Trama
ROMA CITTA' APERTA di R. Rossellini
Uno dei capi della Resistenza romana, Manfredi un ingegnere comunista, si rifugia da Pina (Magnani), una vedova che lo mette in contatto con don Pietro (Fabrizi), prete partigiano. L'ex amante di Manfredi, un'attricetta che si droga (Michi), rivela alla Gestapo il rifugio del suo fidanzato. Arrestato, il capo partigiano muore sotto le torture. Anche Francesco (Grandjacquet), l'uomo che Pina dovrebbe sposare, viene catturato e deportato. La donna insegue il camion che lo porta via, ma viene falciata da una scarica di mitra. Don Pietro, accusato di aver favorito la lotta partigiana, non riesce a sfuggire ai nazisti e viene fucilato sotto gli occhi dei bambini della parrocchia.
Idea Centrale
È il capolavoro e il simbolo del neorealismo italiano.
Analisi
In un primo momento il copione prevedeva tre episodi: quello di don Pappagallo, il prete partigiano, quello di sora Pina (ispirato ad un fatto realmente accaduto a Roma) e quello del dirigente comunista. In seguito le tre storie furono riunite in un unico intreccio. Il drammatico ruolo della sora Pina fu affidato alla Magnani, che all'epoca era una famosa soubrette di varietà. Per il ruolo del prete fu scelto Fabrizi, un attore non avvezzo ai ruoli drammatici. Entrambi gli interpreti funzionarono alla perfezione e
Rossellini consegnò alla storia del cinema due personaggi indimenticabili.
Note e curiosità
Fu realizzato subito dopo la liberazione della capitale in condizioni precarie, utilizzando perfino della pellicola scaduta. (Da "201 Film capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri)