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Rogue One A Star Wars Story recensione] - Spin off del sequel che è allo stesso tempo anche remake e reboot del sequel del prequel, Rogue one è una divagazione, una parentesi, una fuga per la tangente rispetto alla trama principale. Ci mostra ciò che già conosciamo in un modo che non conoscevamo. Dopo il successo planetario de Il risveglio della forza qualcuno deve aver capito che l'universo di Guerre Stellari è talmente vasto da consentire di battere sentieri narrativi secondari pressochè sterminati. Nasce così l'idea di Star Wars Anthology, una serie di film a sè stanti afferenti al mondo creato da George Lucas, di cui Rogue one è il primo capitolo (al momento ne sono previsti 3). Cronologicamente si posiziona tra Episodio 3 ed Episodio 4 ed è, da qualsiasi punto lo si voglia guardare, il racconto di un sacrificio. Perchè tutte le guerre hanno i loro martiri. Vi si narrano le gesta di coloro che, similmente ai soldati alleati che durante la Seconda Guerra Mondiale si sono intrufolati negli u-boot tedeschi per impadronirsi della macchina Enigma, hanno dato la vita per sottrarre all'Impero i progetti della terribile Morte Nera e consentire ai compagni sopravvissuti di distruggerla (come infatti avverrà). Soldati semplici, uomini normali, non Jedi, uomini e donne coraggiosi, loro sì eroi. Con la trilogia ufficiale saldamente nelle mani di J.J.Abrams, questo primo spin-off viene affidato alle altrettanto salde mani di Gareth Edwards, uno che al secondo film è già stato capace di affrontare Godzilla senza uscirne con le ossa rotte, cosa affatto non di poco conto (chiedere a Emmerich per maggiori delucidazioni). Ripetiamolo: Rogue One è essenzialmente la storia di un sacrificio. Pertanto laddove J.J. è insuperabile nel giocare con l'epica e il mito, con la nostalgia e il candido stupore del fanciullino difronte al meraviglioso, Edwards è drammaticamente umano e tragicamente realistico, affonda la vicenda in una notte quasi perenne falcidiata dalla pioggia che è cupezza esistenziale prima che fenomenica, portando in dote a Star Wars il suo ormai già classico immaginario naturalistico e naturistico che coniuga sci-fi e docu-fiction. Il suo Rogue one è 2 ore e 40 di azione serrata, furore rivoluzionario, umanesimo accorato. Il resto è affezione che è tale in quanto fa parte della vita di ciascuno di noi. Il brivido che proviamo nel sentire le prime note che accompagnano l'entrata in scena di Darth Vader, il piacere che sentiamo nel vedere anche solo di sfuggita R2D2 e C3PO, il tuffo al cuore nell'intravedere uno spiraglio che immetta in uno scenario noto, sono un surplus emotivo che poco ha a che fare con i meriti del film in sé. E' la fama che lo precede, è l'insieme di ricordi e legami che si porta appresso. Impossibile ormai scindere cuore e cervello. Per esempio, si può dire una volta per tutte che la maschera di Darth Vader fa schifo?
(La recensione del film "
Rogue One A Star Wars Story" è di
Mirko Nottoli)
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