La recensione del film Ritratto della giovane in fiamme

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RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME - RECENSIONE

Ritratto della giovane in fiamme recensione
Recensione

di M. Marescalco
[Ritratto della giovane in fiamme recensione] - Un paio di anni fa, Luca Guadagnino ha criticato il pubblico di tutto il mondo grazie al suo Chiamami col tuo nome, ritratto di un amore estivo in grado di risvegliare sensi e ricordi. Il film con Chalamet e Hammer focalizzava la sua attenzione negli oggetti quotidiani di una stagione particolarmente affine ai sentimenti amorosi ed investiti di una segreta carica erotica. Gli sguardi tra gli amanti e i gesti nascosti davano il via ad un rapporto che avrebbe turbato l'esistenza dei due giovani, impelagati in un vortice di amore e sesso a tutto tondo. In un certo senso, Ritratto della giovane in fiamme di Celine Sciamma è molto simile al titolo di Guadagnino. Come Chiamami col tuo nome, infatti, anche questo film narra la genesi di un amore omosessuale ma lo fa con una estrema delicatezza e con un'attenzione tutta particolare al non detto ed alle attese. Anche le due protagoniste del film della Sciamma, infatti, dovranno attendere metà film per poter esternare i loro sentimenti ma, a differenza che in Chiamami col tuo nome, in cui il legame è molto corporeo ed è veicolato da carezze e gesti fisici, Ritratto della giovane in fiamme si concentra, soprattutto, sugli sguardi e sulle stasi delle due donne. Siamo nella Francia del 1770. Marianne è una pittrice che viene assoldata dalla madre di Heloise per realizzare il ritratto matrimoniale della figlia, giovane donna appena uscita dal convento. Lei, però, non vuole sposarsi e, quindi, rifiuta il ritratto. Marianne, allora, proverà a ritrarla osservandola in segreto. La donna, così, non solo scoprirà tante cose su Heloise ma anche su sé stessa. La tematica del ritratto e dei segni che ingabbiano una personalità è al centro della rappresentazione filmica della Sciamma. In un'epoca in cui era davvero complesso lasciarsi andare alla propria identità, la regista concentra l'attenzione su una storia d'amore che libera i personaggi dalle convenzioni della società e del contesto storico di riferimento. Peccato che, spesso, il film non riesca a ricreare la stessa atmosfera di quello di Guadagnino, in cui ogni oggetto è una madeleine de Proust. Qui, troppe volte, l'atmosfera è sospesa e rarefatta e la ricerca dell'immagine pittorica perfetta trattiene troppe volte l'energia a cui le due giovani amanti sarebbero dovute soccombere. Ciò avviene in due sequenze orgiastiche di particolare intensità, impetuose e, finalmente, davvero libere e in grado di manifestare tutta la loro immediatezza. Se solo regista e attrici fossero riuscite a sbrigliarsi dalla perfezione e dalla cura formale a cui è stato sottoposto gesto, la passione non avrebbe lasciato soltanto flebili segni ma sarebbe stata in grado di divampare e di bruciare le due giovani. (La recensione del film "Ritratto della giovane in fiamme" è di Matteo Marescalco)
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