La recensione del film Ride

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RIDE - RECENSIONE

Ride recensione
Recensione

di Rachele Di Paolo
[Ride recensione] - Mauro Secondari è morto sul colpo durante la notte, mentre lavorava come operaio in una fabbrica della periferia romana. Carolina (Chiara Martegiani) è la sua giovane vedova ed è a casa in attesa dei funerali che si terranno il giorno successivo. Eppure Carolina ride, non si strugge, non si sta strappando i capelli dalle urla e i pianti. Tutto il mondo intorno a lei se lo aspetta, quasi lo pretende, in primis il figlio di dieci anni che si è trovato catapultato troppo piccolo in una situazione troppo grande. Il lutto però non è mai come ci si aspetta, soprattutto quando arriva tra capo e collo proprio quando non lo vedi arrivare. Carolina si chiude in casa ad ascoltare le loro canzoni ma niente, non piange; osserva le persone struggersi accanto a lei, cerca di imitare i loro gesti, ma niente; si guarda allo specchio e non capisce nulla di quello che le sta accadendo. Attorno a lei una serie di personaggi con cui il regista cerca di illustrarci tutte le tipologie di persone che girano intorno a qualcuno che ha subito un lutto: c'è chi piange e non si regge in piedi, chi è solo arrabbiato con il passato e con i responsabili, chi vuole solo aiutarla a tirarsi su. Ma tirarsi su da cosa, se non riesce neanche a piangere? Chiara Martegiani è incredibile in questo ruolo dove più che le parole sono i gesti e il volto a parlare per te, a volte però il ritmo è molto lento, molti sono i momenti di silenzio assoluto in cui neanche la musica riesce a fare capolino. Mastandrea, in questo primo esperimento dietro la macchina da presa, vuole chiaramente portarci dentro quel sentimento di vuoto e impotenza, la mancanza totale di un qualcosa che non può essere in nessun modo sostituita. Forse però nel cercare di riprodurre quel senso di annichilimento si finisce con il rallentare eccessivamente il ritmo del film che a volte sembra perdersi, ripetersi, risultare addirittura ripetitivo e ridondante. I personaggi sono però ben studiati ed emergono al meglio grazie alla sceneggiatura: alcuni riempiendoli di parole (come nel caso di Bruno, figlio di Mauro e Carolina), alcuni riempiendoli di silenzi (come invece si può osservare nelle scene del padre di Mauro, interpretato da Renato Carpentieri). L'unico che forse nasconde troppi inutili segreti è Nicola (Stefano Dionisi), fratello di Mauro e pecora nera della famiglia Secondari. Di lui si capisce a pizzichi e mozzichi un passato violento e oscuro senza però riuscire a capire davvero cosa si cela dietro questi nuovi comportamenti. Anche lui sarà però fondamentale in questa vicenda, fondamentale in questi primi giorni da vedova di Carolina. Ce la farà a piangere? Riuscirà ad avvalersi di questo suo sacrosanto diritto? A voi l'ardua sentenza in questo film dedicato a chi resta, a chi resiste e deve lottare in una situazione in cui non c'è libretto di istruzioni, né tantomeno un rigido protocollo da seguire. (La recensione del film "Ride" è di Rachele Di Paolo)
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