di R. Gaudiano
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Respect recensione] - Molti registi hanno scelto di raccontare le vite di grandi artiste attraverso il grande schermo. "La vie en rose" diretto da Oliver Dahan, ad esempio, come molte altre storie di vita di grandi icone, racconta l'indimenticabile Edith Piaf. "Respect" diretto da Liesl Tommy, si inserisce tra quelle. E' la storia di una grande artista deceduta da qualche anno, Aretha Franklin, ruolo caratterizzato molto bene da Jennifer Hudson. La storia inizia dall'infanzia di Aretha. La casa paterna, il padre pastore (Forest Whitaker) della chiesa battista di Detroit, figura pregnante nella vita della figlia. Papà Franklin è un importante attivista della lotta contro la discriminazione dei neri e amico intimo di Martin Luther King. Aretha bambina subisce la morte improvvisa della madre e un abuso sessuale che non sarà mai capace di raccontare a nessuno. Aretha ha una voce bellissima e potente. Canta in chiesa il Gospel sotto l'attento sguardo vigile di suo padre, che le sarà vicino all'inizio della sua carriera con il primo contratto che l'artista siglerà con la Columbia. Il Gospel è per Aretha la porta d'ingresso nel suo percorso di cantante che poi si orienterà senza sosta nel Blues e nel Soul, melodie che restano comunque legate al Gospel per la simile caratterizzazione spirituale. Liesl Tommy analizza in parallelo l'ascesa professionale dell'artista con la sua vita nel contesto famigliare. Tutta la famiglia è stata per Aretha sempre un punto focale dal quale non è mai riuscita ad emanciparsi. Madre all'età di dodici anni, Aretha adulta sposa Teddy White, detestato da suo padre. White, è uomo violento dal quale Aretha divorzia, per poi attraversare un periodo buio della sua esistenza segnato dall'alcol e dalle paranoie, momento in cui l'artista ha un gran bisogno di conforto e di cure. La musica, la melodia del Soul saranno la sua salvezza. Nel ritrovare il suo vecchio coro, registra in una chiesa di Los Angeles, Amazing Grace, canzone potente, attraverso cui racconta le sue sofferenze e la sua rinascita. Liesl Tommy riesce a delineare il grande talento artistico di Aretha Franklin, una voce strepitosa, unica in indimenticabili successi, come Respect, Think, A Natural Woman, che le garantiranno nel tempo non solo un'eccelsa notorietà, ma anche sicurezza personale, qualità che Aretha non ha mai avuto. Una musica forte, incisiva, di lotta soprattutto per le donne, ma anche per i neri, attori in quegli anni di forti deprivazioni di Diritti. "Respect", traduce così la gestazione di una delle più grandi cantanti Soul e Blues di tutti i tempi, attraverso le canzoni bellissime di Aretha, cantate dalla sua voce unica che sovrasta dovunque si esprima: chiese o studi di registrazione. La cineasta statunitense riesce a percorrere i tempi delle tappe cruciali della vita dell'icona, tralasciando però uno degli elementi importanti: il suo impegno politico, che fu invece di grande aiuto alla causa dei neri d'America. Forte di una buona sceneggiatura, "Respect" mette in scena il talento eterno di Aretha Franklin, talento che prorompe senza freni nella vita di un'artista segnata comunque da drammi esistenziali che non l'hanno mai abbandonata.
(La recensione del film "
Respect" è di
Rosalinda Gaudiano)
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