La recensione del film Remember

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REMEMBER - RECENSIONE

Remember recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Remember recensione] - Il passato si offusca, si sbiadisce, si relega, ma non si cancella. Basta un suono, un profumo, un simbolo, perché il passato riaffiori e riprenda sembianze di fantasmi dolorosi, di moti dell'animo incontrollabili. Zev (Christopher Plummer), è un distinto signore di novant'anni affetto da demenza senile ed è ospite di una casa di riposo. Una mattina si sveglia in preda ad un delirio invocando sua moglie Ruth, ormai deceduta da una settimana. L'ultima notte della "seduta di shiva", il rituale ebraico del lutto, Zev riceve dal suo amico novantenne Max (Martin Landau) costretto su una sedia a rotelle, una busta in cui vi è una fitta lettera che Zev dovrà leggere in privato. La sorpresa per Zev è sconcertante. Oltre alla lunghissima lettera, nella busta c'è una considerevole mazzetta di banconote da cento dollari. Nello stupore ed anche commovente smarrimento, Zev leggendo le parole di Max, ricorda la promessa che ha fatto all'amico: rintracciare Rudy Kurlander, l'uomo a cui sia Max che Zev hanno dato la caccia, l'ufficiale tedesco responsabile dello sterminio delle loro famiglie nel campo di concentramento di Auschwitz. Zev, sfuggendo all'attenzione del personale di sorveglianza della casa, di notte chiama un taxi ed inizia la sua avventura per compiere la vendetta, in un viaggio che lo porterà a sorprendere persino se stesso. Atom Egoyan ritorna a tratteggiare, mettendo insieme dolorosi vissuti , passo dopo passo, porta dopo porta, attraverso le tappe del viaggio di Zev, un passato ammantato, freddo, di morte gratuita, ma che ancora balugina di lucida crudeltà. Zev è un uomo ormai con poca energia vitale. Ma vuole vendicare le morti insensate dei suoi famigliari e dei famigliari di Max. Agisce con sorprendente determinazione, forte delle istruzioni che Max gli ha scritto nella lettera, che non cessa mai di leggere per ricordare e collegarsi all'azione del presente. Egoyan riprende in "Remember" ciò che ha trattato nel suo precedente "Ararat-Il monte dell'Arca", vivificando l'eredità di un sentimento destinato a quelle generazioni che hanno nel loro passato storico genocidi e carneficine umane. Possono i figli, eredi comunque delle azioni dei padri, rimanere indenni da conoscenze aberranti sulla condotta dei padri? Pare proprio che la tragedia scritta nella storia non abbandoni mai le sue vittime ed i suoi carnefici. Con un'estetica dello sguardo che è nello stesso tempo un'etica della messa in scena, il cineasta naturalizzato canadese, compie un'opera che racconta e mostra l'epifania di una verità che inchioda il protagonista, ma anche lo spettatore resta sbigottito, colto di sorpresa da una vendetta che si compie senza mezzi termini e con lucida e fredda precisione. Nello stesso tempo, la colta maestria registica, predispone ad una calcolata strategia di comunicazione fondata sul rispetto dello spettatore, che viene invitato, nel finale, a fare appello alla propria sensibilità interiore ed intelligenza per completare l'opera del regista. Egoyan sostiene che senza la superba interpretazione di Christopher Plummer, la caratterizzazione del personaggio Zev non sarebbe mai riuscita come è. Come dargli torto. Plummer entra perfettamente in sintonia con il personaggio, l'uomo che si aggrappa ad una lettera per portare a termine una vendetta ragionata. Barcollando, cadendo, alla fine, lucido, rivisita il suo doloroso passato e se ne libera per sempre. (La recensione del film "Remember" è di Rosalinda Gaudiano)
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