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UN GIORNO QUESTO
DOLORE TI SARA' UTILE
un giorno questo dolore ti sarà utile recensione
Recensione

recensione di F. Tiberi
La scena si apre in soggettiva, che attraverso gli occhi di James (Toby Regbo) ci mostra l'altezza che lo separa dall'asfalto. Il ragazzo ha diciassette anni, crede di essere strano rispetto ai suoi genitori, a sua sorella e a tutti i suoi coetanei, per questo è deciso a suicidarsi. L'arrivo di sua madre lo ferma, un attimo prima che possa compiere il folle gesto. La regia sposta l'attenzione sulle relazioni che James ha con la sua famiglia e i suoi coetanei: i genitori divorziati (Marcia Gay Harden e Peter Gallagher) che opprimono il figlio con varie aspettative, la sorella (Deborah Ann Woll) fidanzata con un cinquantenne, impegnata nella stesura delle sue memorie ad appena ventitré anni e i coetanei, rappresentati come un gruppo di esaltati, che credono di divertirsi, ma in realtà fanno cose senza senso, pur di rispondere alle richieste della società. L'unica persona con cui James si trova a suo agio è la nonna (Ellen Burstyn): nella sua grande casa di campagna, il ragazzo ritrova se stesso e il senso della sua vita, lontano dalle pretese dei genitori, ritrova il piacere della lettura e trova il coraggio di opporsi alla decisione, imposta dai suoi, di intraprendere gli studi universitari. Solo alla morte della nonna James abbandonerà definitivamente i suoi propositi in merito al suicidio, perché capirà il senso dell'esistenza e si aprirà al calore dei suoi cari, seppur strampalati. In questo suo ultimo film Roberto Faenza affronta una tematica molto spinosa, ossia la difficoltà di adattamento di un adolescente nella società moderna. Lo fa riprendendo con grande leggerezza l'omonimo romanzo di Peter Cameron, regalandoci un protagonista che ricorda addirittura Il giovane Holden, ma con un appeal più moderno. Un cast artistico completamente americano, in cui spiccano la Harden e Gallagher, completa l'opera. L'unico difetto è costituito da una regia che indugia un po' troppo nella prima parte, nella quale sembra non succedere quasi nulla. Il piccolo difetto è però mitigato dalla tematica, poiché il disagio adolescenziale è oggi acuito dalla società in cui viviamo, che opprime i ragazzi con le richieste e con i consumi, quando invece sarebbe utile un ritorno alla semplicità e al dialogo. Diversamente invece la razionalità dei ragazzi normali, ossia senza aspirazioni egocentriche e competitive fino allo stremo delle forze, con gusti semplici, senza con ciò voler dire poco intelligenti, ma piuttosto senza gusti falsamente raffinati, può davvero vacillare. Sta qui l'importanza del messaggio di questo film: non bisogna lasciare che un ragazzo si lasci andare, nella convinzione che tutto ciò che lo circonda sia privo di senso, perché ognuno di noi nasce per dare un senso a questo mondo, anche se può sembrare che vada a rotoli. (La recensione del film è dedicata a Giorgio). (Recensione di "Un giorno questo dolore ti sarà utile" ad opera di Francesca Tiberi)
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