The Iron Lady è un film biografico su Margareth Tatcher e un saggio di recitazione di Maryl Streep, perfetta quando interpreta il primo ministro negli anni di governo e anche quando, in vecchiaia, li ricorda nostalgica: merito anche del trucco, ma sembra che la donna abbia già vissuto una propria vecchiaia e l'abbia messa a disposizione del pubblico. Che spettacolo!
La storia della prima donna a capo del governo britannico è raccontata su tre binari che si toccano spesso e raggiungono contemporaneamente i massimi punti di tensione. Su quello principale riposa la Tatcher anziana, assalita dai ricordi e coccolata dal fantasma del marito mentre svuota proprio il suo armadio. Sul secondo corre una giovane Margareth Roberts, giovane laureata in Chimica ad Oxford con la passione della politica, ma pur sempre figlia di un droghiere: un forte discrimine per chi vuole soltanto migliorare il mondo e penetrare in un mondo conservatore e maschilista come il parlamento inglese. E pensare che Margareth è proprio una conservatrice. Sul terzo binario, invece, avanza Margareth Tatcher nel pieno delle forze, dalla decisione di candidarsi primo ministro agli anni in cui ha guidato il paese. L'ambizione, la necessità di combattere per i propri ideali ad ogni costo sono tratti che emergono da carattere di Margareth da giovane, ereditati dal padre e ingigantiti col tempo. Necessari per la guida di un impero, ma ingombranti tra le mura di casa, attutiti con difficoltà anche dal marito che l'ha sempre sostenuta e ammirata. Margareth è caparbia, autorevole, razionale: parole, azioni, abitudini, carattere e destino sono la sequenza che forgia l'essere umano. Non importa se conducono a decisioni impopolari per il bene materiale e ideologico del paese, che comportino sacrifici immediati ma benefici a lungo termine: è qui che salta fuori l'aspetto politico del film, un prolungamento della personalità di Margareth. Inflessibile nella politica economica, irremovibile nella guerra alle isole Falkland, riesce però a inimicarsi i suoi stessi collaboratori: per quanto autorevole e indipendente, neanche Margareth Tatcher è in grado di restare da sola, e la bellezza della storia è nel modo in cui è raccontata: senza stereotipi e con un'attenzione certosina per i piccoli comportamenti che, sommati, costruiscono un carattere spigoloso come quello di Margareth. Combattuta tra chi ha sempre desiderato essere e quella che si è riconosciuta molti anni dopo.
Non stupisce l'uso di colori freddi ed è forte la caratterizzazione degli abiti di Margareth, sempre blu o celesti eccetto che in un momento fondamentale della sua vita politica e privata, che hanno sempre collimato.
(La recensione del film "
The Iron Lady" è di
Paolo Ottomano)
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