Nella Hollywood di fine anni '20 e inizio anni '30 assistiamo alla parabola del successo di George Valentin (Jean Dujardin), l'attore più popolare del cinema muto. Con l'avvento del sonoro, i Kinograph Studios decidono che è ora di svecchiare la scuderia degli attori, così Valentin, irremovibile in merito al recitare parlando, rimane senza lavoro, mentre una bellissima ragazza, Poppy Miller (Berenice Bejo), che tempo prima era apparsa sulla prima pagina di Variety insieme a lui, da comparsa diventa sempre più conosciuta e richiesta, fino a firmare un contratto da sogno con la Kinograph, diventandone il nuovo volto. Fu Valentin a consigliarle di disegnarsi un neo vicino al labbro superiore, un vezzo e un segno di riconoscimento che saranno la sua fortuna e il titolo del suo film di maggior successo. Nel 1929, a causa della terribile crisi di Wall Street, Valentin rimane senza un soldo e i suoi beni finiscono all'asta. Tenta il suicidio, bruciando tutte le pizze dei suoi film, ma Poppy lo salva, portandolo a casa sua e aiutandolo ad accettare l'avvento del sonoro nel mondo del cinema.
Nonostante la trama faccia pensare ad un film pieno zeppo di battute, questo è proprio quello che bisogna levarsi dalla mente, quando ci si siede in poltrona per guardare The Artist. Hazanavicius, incurante della moda del 3D, ha voluto realizzare un film muto, in uno stupendo bianco e nero con qualche didascalia, che arriva provvidenzialmente in soccorso a spiegare il labiale degli attori. Ciò a cui ci troviamo di fronte non è un prodotto barboso e autoreferenziale, volto ad omaggiare il cinema muto, ma si tratta di una pellicola che si ispira all'equilibrio fra melò e comicità presente nei film di Chaplin. Oltre a Chaplin, il regista francese è influenzato soprattutto dalle atmosfere dei primi film hitchcokiani, dell'Aurora di Murnau, poi ancora da Ford e dalle sceneggiature di Billy Wilder. Proprio con il dramma vissuto dalla Norma Desmond di Wilder, il paragone sorge spontaneo, ma ovviamente ci sono delle differenze, ad esempio l'amore segreto che lega Poppy al suo Pigmalione è un sentimento gentile, di altri tempi e non ha nulla a che vedere con l'ossessione morbosa della Desmond. Hitchcock è presente anche nella colonna sonora, con il famoso soundtrack composto da Bernard Hermann per Vertigo, che accompagna la scoperta della verità da parte di Valentin. Colpisce l'espressività sia del volto che corporea degli attori, in particolare dei due protagonisti Dujardin e Bejo, che regalano anche delle splendide performance di tip tap, ma anche di Jhon Goodman e James Cromwell, rispettivamente nei panni del produttore cinematografico e del fedele autista di Valentin. Una nota di merito va riconosciuta ad Uggy, un simpatico esemplare di Fox Terrier che interpreta il cane-attore di Valentin.
The Artist è un film stupendo, dove poesia ed estetica dell'immagine si mescolano in maniera perfetta, aiutate da un bianco e nero saturo e splendente. È un film in cui l'arte sovrasta persino la crisi americana del '29, ma in cui il regista francese riesce a rendere, attraverso il rapporto fra Valentin e il suo autista Clifton, quella speranza nel futuro e nel progresso tipica degli Stati Uniti nei periodi di grande difficoltà.
(La recensione del film "
The Artist" è di
Francesca Tiberi)
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