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FILM > RECENSIONI

SOLO PER VENDETTA
Recensione

di Elisa Lorenzini
E' probabile che Nicholas Cage non assurga mai a quella gloria iperurania che altri membri della sua famiglia hanno acquisito a suon di Padrini e di Bravi Ragazzi (ricordiamo che il suo vero nome è Nicholas Kim Coppola). E c'è da dire che il nostro non ha prodotto sempre e solo interpretazioni memorabili: se a trentadue anni era stato così bravo da portarsi a casa un meritatissimo Oscar per il ruolo non facile di Ben Sanderson in "Via da Las Vegas", a quaranta, lanciandosi nel firmamento dei blockbuster firmati Jerry Bruckheimer, padre putativo di tutti i Templari, aveva già cambiato decisamente rotta. Da quel primo rendez-vous con la Disney guru del cinema commerciale per famiglie e teenagers, Cage ha inanellato una serie sconfortante di titoli di dubbio gusto e di indubbia mediocrità. E' pur vero, però, che quella faccia malinconica e stralunata, quelle smorfie cascanti e quello sguardo sgranato continuano ad essere materia duttile per registi e storie di tutti i tipi. Compreso questo "Solo per vendetta" di Roger Donaldson, ennesima variazione hollywoodiana sul tema della giustizia privata. Ad appena un anno di distanza da "Law Abiding Citizen" (tradotto proprio in "Giustizia privata"), il bel film di Gary Gray sulla furia vendicativa di un padre e cittadino esemplare convertito dal rancore in macchina da guerra, arriva la storia di Will Gerard (Cage), placido insegnante d'inglese stravolto dalla violenza inspiegabile subita dalla moglie Laura. Avvicinato da uno sconosciuto che gli propone di bypassare i tempi letargici della polizia affidandosi a lui e ai suoi sicari per liquidare il colpevole nel giro di una notte, l'incarnazione dell'uomo comune, devoto alla famiglia e rispettoso della legge, si ricicla in una Nemesi accecata dalla promessa del sangue. Ma l'improvvisa conversione alle maniere forti si rivela fatale: accettando l'offerta dell'ambiguo Simon, Gerard imbocca una
strada senza uscita lastricata di guai. Film povero di carattere e ricco di azione, "Solo per vendetta" soddisfa aspettative medie di un pubblico medio mediamente interessato a storie di uomini senza qualità che trasudano calma piatta ma covano istinti primordiali non precisamente bonari. La scelta più azzeccata si rivela essere proprio Nicholas Cage, affannato e stravolto come solo lui sa essere in frangenti in cui a un attore è richiesta essenzialmente una buona mimica facciale. Merito dei geni fatati di casa Coppola.



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