Cinema4Stelle

SETTE OPERE DI
MISERICORDIA

Recensione

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recensione di M.G. Vitale

Una giovane clandestina, Lumita, prende di mira Antonio, anziano, malato e taciturno. Sarà uno scontro duro, tuttavia dai risvolti inattesi. Sette opere di misericordia è l'opera prima dei giovani fratelli gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio. Nonostante sia un film d'esordio, bisogna ammettere che la pellicola è di forte impatto emotivo e carico di pathos. Si mette in scena un percorso morale, di redenzione catartica attraverso la personalità dei protagonisti i quali si mettono a nudo, non solo letteralmente, ma soprattutto psicologicamente. È una pellicola riflessiva ed essenziale che mette in risalto una certa sensibilità da parte dei registi che non si sono lasciati trasportare unicamente dalla componente, tanto discussa quanto scontata, dell'immigrazione. Sono andati oltre in quanto questo film non vuole essere un racconto su questo problema, nonostante faccia parte del background della protagonista, piuttosto vuole essere un racconto sui rapporti umani, sul contatto fisico tra persone appartenenti a mondi differenti. C'è la speranza che da questo contatto possa scaturire la pietàs. Ed è quello che succederà. Ecco allora le sette opere di misericordia intorno alle quali ruotano piccoli gesti mediante i quali ci si prende cura dell'altro. Dunque prendersi cura dell'altro mediante il gesto e non la parola. La potenza di questo film risiede in questo. La rappresentazione è di estrema raffinatezza estetica contenente una suspance di tipo spirituale. Pochi dialoghi presenti e spesso occultati dai rumori urbani tra i due protagonisti, è presente in loro un mutuo silenzio. Pellicola che evidenzia un certo gusto e talento da parte dei fratelli, tuttavia, proprio in quanto film introspettivo e complesso, può incontrare una certa ritrosia da parte del grosso pubblico. (La recensione del film "Sette opere di misericordia" è di Maria Giorgia Vitale)
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