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Recensione

recensione di F. Tiberi
Ludovico (Francesco Mariottini) è un ragazzo bresciano arrogante, viziato, cresciuto a suon di denari, fra feste esagerate ed eccessi vari. Filippo (Vincenzo Taormina), nato e cresciuto ad Agrigento fra mille difficoltà, si trasferisce a Milano per volontà del padre, che ha intenzione di assicurargli un futuro migliore. Anche Ludovico si sposta a Milano e, poiché il padre decide di tagliargli i viveri, finisce a prostituirsi sulla via del Parco Ravizza di Milano. È lì che i due ragazzi si incontrano per la prima volta, dove Ludovico salva Filippo da un pestaggio. Nel giro di poco tempo Filippo e Ludovico stringono un'amicizia fraterna: l'uno nell'altro ritrovano quel calore famigliare, che hanno perso per motivi diversi. Ludovico vuole presentare Filippo a suo padre, perché veda i suoi bellissimi bozzetti e possa assumerlo come ingegnere, ma proprio quando l'equilibrio della felicità sembra ricomporsi, scoppia l'ennesima tragedia. Per la sua opera prima, interamente girata in 4K, Giuseppe Lazzari ha scelto una storia dura che affronta i temi della pedofilia, della prostituzione maschile e non solo, che rischiano una trattazione un po' banale a causa dei difetti propri di questa prima pellicola del regista bresciano. Il primo che salta all'occhio è sicuramente la sceneggiatura, a cui ha lavorato Paola Golferini, che risulta troppo debole e arida. Quasi come a voler coprire il vuoto di parole, che lascia spiazzati in un film dalle tematiche così scabrose, si inseriscono nella narrazione delle immagini piuttosto dure, che, seppure riescono a rendere il senso di nausea, alla lunga conferiscono allo svolgimento della narrazione un carattere banale e scontato. Sempre per restare in tema d'immagine, la fotografia, ricercata e ben riuscita di Luca Coassin, salva il tutto. Gli attori, prevalentemente giovani e alla prima esperienza, sfoggiano una recitazione più da fiction che cinematografica, risultando forzati, perciò poco credibili in più punti. Il difetto principale di questo film però è la visione sociale che ne emerge: un mondo che non regala niente, in cui le storie tragiche dei ragazzi, finiscono per assomigliarsi più o meno tutte e dove gli adulti sono gli orchi e gli aguzzini. Non è chiaro se l'intento sia raccontare un'esperienza formativa o una storia strappalacrime e basta, però le intenzioni sarebbero quelle di un romanzo di formazione, quindi pedagogia, morale e insegnamento. Insomma, se riuscite a trovare il bandolo della matassa tra tutte queste tematiche scabrose e pesanti, il film potrebbe anche interessarvi, ma se prevedete di perdervi tra i passaggi della storia, aspettate che esca il dvd il 14 Dicembre. (recensione di Francesca Tiberi)




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