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NON AVER PAURA DEL BUIO -
RECENSIONE
Non aver paura del buio recensione
Recensione

recensione di R. Gaudiano
Nella dimora di Blackwood, antica casa vittoriana nel Rhode Island, si aggirano strane e sinistre presenze. Sally Hurst (Bailee Madison) è una bambina introversa, taciturna, che si reca in questa casa per passare alcuni giorni con il padre(Guy Pearce) e la sua nuova compagna Kim(Katie Holmes), intenti alla ristrutturazione della imponente dimora, di cui gli stessi non conoscono nei dettagli tutti gli spazi, alcuni addirittura murati da qualche secolo. La piccola Sally vive il suo rapporto con il padre con forte disagio interiore che la porta a schivare la compagnia di chi vorrebbe aiutarla, in particolare della disponibile Kim. Sally si sente messa da parte, sia dal padre che non le presta sufficiente attenzione e dalla stessa madre che, vivendo altrove, ha scelto questa separazione forzata dalla figlioletta. La casa ed il grande giardino si prestano ad essere "scoperti" dalla piccola Sally, che non tarda a fare degli strani e sconvolgenti incontri in una buia e umida stanza sotterranea che pare custodisca segreti nefasti, voci terrificanti e abominevoli maligne creature. Paura, terrore, fiato mozzo, potrebbero generarsi, soprattutto nella prima parte del film "Non aver paura del buio", diretto dal giovane esordiente Troy Nixey, pupillo di Guillermo Del Toro, che è il produttore di questo film ed anche autore, insieme a Matthew Robbins, della sceneggiatura. L'idea di fondo è stata proprio del regista de "Il Labirinto del fauno", che da bambino, in Messico, giocava con i suoi fratelli terrorizzandosi a vicenda bisbigliando il nome "Saaaaalllleeee", famoso personaggio del telefilm degli anni '70 "Don't be afraid of the dark". E Sally è appunto la bambina che le abominevoli creature, che abitano da secoli la casa che ora la ospita, cercano di catturare, per potersi impadronire dei suoi… dentini. La grande casa sin dall'inizio si veste di un alone orrifico, che gli occhi di Sally filtrano e catturano, esplorando con curiosità e impeto ogni nuovo angolo della dimora, e soprattutto vagando per il grande giardino. Il giovane regista Troy Nixey ha imparato molto bene la lezione dal suo maestro Del Toro. Le scene sono curate nei minimi dettagli, la mdp si muove con maestria svelando a poco a poco i segreti di questa casa vittoriana sotto una luce sinistra che sa far godere gli amanti del genere horror. Tutto questo, ahimè, fino al momento in cui Sally scopre la cripta che cela il segreto di Blackwood Manor. Per tutta la prima parte il film sa sorprendere e riesce a catturare la suspense per l'atmosfera sinistra e terrificante. Dopo di che, c'è un'inaspettata caduta di stile e di contenuti, per una sceneggiatura che cambia sostanza nella seconda fase della pellicola. Con l'apparizione delle piccole, sgraziate ed abominevoli creature che invadono, ormai libere, il grande spazio della casa vittoriana, l'atmosfera terrifica purtroppo cade nella più assurda ironia. Troy Nixey, ex disegnatore di fumetti e creatore di Trout, non smentisce la sua vena talentuosa nel saper catturare ottimi piani visivi carichi di suspense orrifica. Purtroppo, l'opera sua prima di regia perde pezzi proprio per una frettolosa e scontata sceneggiatura che si rovina soprattutto nella fase più significativa del film, ed in particolare nelle scene finali. "Non aver paura del buio" ha alcuni validi ingredienti per classificarlo potenzialmente un buon prodotto per il genere horror, che, purtroppo, cede paradossalmente troppo ai manierismi del già cavalcato classicismo fiabesco. (La recensione del film "Non aver paura del buio" è di Rosalinda Gaudiano)
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