recensione M.G. Vitale
È il primo film-concerto realizzato in 3D che proietta il pubblico (seduto) all'interno di un grande evento che ha trascinato il 16 luglio 2011, nel Campovolo di Regia Emilia, 120.000 persone.
È anche un film-documentario in quanto tra scene del concerto ed entrate in scena di fan provenienti da tutta Italia, si racconta un Luciano made in Emilia attraverso i ricordi di una vita passata in quella terra, amicizie storiche e il rapporto con il manager sempre al suo fianco.
Ligabue torna nelle sale cinematografiche, ma come protagonista assoluto della pellicola. Questo genera in chi non è un ascoltatore assiduo del cantante, una domanda: perché portare al cinema un concerto ricorrendo anche alla tecnologia ultra moderna come quella del 3D? Un altro dubbio balena nella mente di chi non è un fan scatenato: mettiamo il caso che ci si trovi in un suo concerto che, oggettivamente, riempie sempre tutti gli stadi, palazzetti, ecc. Nel momento in cui canta un suo classico come Urlando contro il cielo, anche la persona che non ha mai acquistato un suo cd, ha sempre sentito distrattamente i suoi brani, canterà, urlerà, saltando esagitato. Ecco, seduti nelle poltrone della sala, quel gusto tutto rock di coinvolgimento, eccitazione, liberazione che può suscitare tale pezzo, che fine fa?
Con la realizzazione di questa pellicola, l'intento del regista qual'era? Far riprovare, attraverso gli strumenti filmici, l'emozione di quella sera ai fan? Perché non si può immaginare che qualcuno che non sia amante di Ligabue, possa andare a vedere (e soprattutto spendere per il costo del biglietto) questo film, per alcuni semplici motivi. Primo: non ha senso celebrare con tale enfasi un concerto che di spettacolare non ha proprio nulla. Il trailer presenta Capolavoro 2.0 come un concerto già storico. Woodstock è da considerarsi un'opera filmica-documentaristica ad alti livelli, questa sì, che è rimasta nella storia non solo concertistica. Secondo: perché usare il cinema come finestra per osannare questo concerto? Non si poteva trasmettere in tv? Il cinema racconta storie, favole, amori, tragedie, diverte ed emoziona. E con tale film-concerto è stato violato tutto questo.
Ligabue lo si apprezza più come regista. Ricordiamo Radiofreccia: opera prima, forse un po' acerba, ma genuina perché raccontava davvero una storia, un'emozione, un ricordo, supportata da un'ottima colonna sonora, non a caso vinse David di Donatello, Nastro d'argento, Ciak d'oro, Globi d'oro (stampa estera). Come cantante-musicista o si ama o si odia. Come protagonista di un film, dove non ha fatto alcuno sforzo recitativo no, non si può apprezzare e non si può accettare da parte di un regista la scelta dell'uso del 3D per un concerto live che in quanto tale, lo si può gustare solo sotto il palco.
(La recensione del film "
Ligabue - Campovolo 2.0 3D" è di
Maria Giorgia Vitale)
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