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L'ULTIMO TERRESTRE
Recensione

recensione di M. S. Sanna
Partorito dalla mente di Gian Alfonso Pacinotti (aka Gipi) come una graphic novel, "L'Ultimo Terrestre" è stato l'esordio alla regia di questo eclettico autore che ne ha curato anche la scrittura. Film di grande delicatezza e dal significato né semplice né banale, ma di scarsi mezzi economici, questo sci-fi all'italiana dimostra di avere idee originali e una sensibilità poetica verso le immagini. E dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che basta questo per far riflettere ed emozionare il pubblico. Per capirci, se Super 8 (altro film sugli alieni in uscita questo fine settimana) è un pranzo pantagruelico in cui non manca proprio niente, "L'Ultimo Terrestre" è un'ottima pizza: un piatto unico povero e apparentemente semplice, che però risveglia sensazioni ben note e autentiche. In breve, la trama: sul pianeta terra arrivano gli alieni, ma ad accoglierli è un'Italia ormai ben avviata sulla via del declino (culturale, economico, sociale) che facilmente e con una certa tristezza possiamo riconoscere, anche senza riferimenti a nessuna specifica città. C'è chi teme l'arrivo degli extraterrestri e chi li vorrebbe accogliere con messianico entusiasmo, mentre il protagonista di questa storia, Luca, apparentemente è il più refrattario alla notizia. La notte, però, strani sogni sugli alieni hanno iniziato a tormentarlo. Solitario e schivo ai limiti della sociopatia, Luca suo malgrado vedrà il suo intero punto di vista sulla vita sconvolto da questo evento millenario. La sua presa di coscienza si fa strada lungo il film deflagrando in un bellissimo finale catartico. A tratti toccante in maniera quasi infantile, a tratti tanto violento da far rivoltare lo stomaco, "L'Ultimo Terrestre" cattura lo spettatore come un enigma da sciogliere, pur nel timore che la soluzione potrebbe non essere affatto piacevole. Con immagini grezze e folgoranti nella propria semplicità, l'interpretazione malinconica di
Gabriele Spinelli nei panni del protagonista e quella granitica di Roberto Herlitzka nei panni del padre, una colonna sonora d'impatto e trucco ed effetti così naif da essere già cult, questo film è davvero un piccolo gioiello e una promessa per il futuro. Se non del pianeta, almeno per il futuro di Gipi come regista. (recensione di Maria Silvia Sanna)



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