JOHNNY ENGLISH -
LA RINASCITA
Recensione
recensione di F. Casella
Johnny English (Rowan Atkinson) si è ritirato a vita privata dopo gli esiti disastrosi di una missione africana di cui sta ancora pagando psicologicamente le conseguenze. Come viatico all'atterrimento l'ex-agente segreto si è trasferito in un isolato monastero tibetano dove, insieme ad alcuni monaci sta ritrovando se stesso attraverso l'apprendimento delle arti marziali nella loro forma più alta e spirituale. Ben presto però l'MI-7 richiamerà English in servizio per una nuova missione: fermare un gruppo di killer internazionali prima che attuino un complotto che prevede l'eliminazione del premier cinese allo scopo di scatenare il caos globale. Ora che il mondo e il suo paese hanno ancora una volta bisogno di lui, Johnny English tornerà in pista più determinato che mai a riscattarsi e riuscirà, ancora una volta a collezionare un disastro dietro l'altro.
A ben otto anni dal Johnny English del regista britannico Peter Howitt arriva questo sequel che vede Howitt passare il testimone al collega e connazionale Oliver Parker che ha all'attivo il dittico St. Trinian's e il Dorian Gray con Colin Firth.
Distribuito in 400 copie in Italia, reduce da un discreto successo in alcune nazioni del mondo, il secondo capitolo di Johnny English-La rinascita non si limita ad essere una semplice parodia di 007 o del più recente Jason Bourne (cui Atkinson ha dichiarato di essersi molto ispirato): lo spettatore, infatti, si ritroverà coinvolto all'interno di una storia vera e propria. Obiettivo della pellicola, infatti, non è solo quello di far ridere e di costringere lo spettatore all'attesa della battuta successiva: la sceneggiatura è brillante e lineare, senza pretese, e scivola con leggerezza tra una gag riuscita e i numerosi tic di questo personaggio tanto british ed elegante quanto scanzonato ed irriverente.
A parte la presenza di un Rowan Atkinson in formissima, uno dei più bravi attori (se non IL più bravo) del suo genere, con un'espressività straordinaria, ricordiamo anche la presenza di Rosamund Pike, Gillian Anderson e Dominic West che si prestano a creare un contorno degno e credibile del film.
(recensione di Francesca Casella)