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recensione Isole] - Cinematograficamente parlando, il nostro è un periodo storico davvero molto difficile. In America le cose vanno come al solito un tantino meglio, invece: i film indipendenti che passano per l'ormai leggendario Sundance Film Festival di Redford continuano a inseguire il miraggio di una nuova età d'oro di Hollywood, trattando e sperimentando con improbabile urgenza tutti quei temi che non ci saremmo mai nemmeno sognati di vedere raccontati al cinema, mentre la maggior parte dei cineasti che vi stanno dietro sfiorano a malapena i quarant'anni eppure – si veda il caso di Diablo Cody (Juno, Young Adult) – hanno già collaborato con registi del calibro di Spielberg. L'America ci prova ancora, insomma, rivoluzionando per l'ennesima volta la grammatica interiore del linguaggio filmico classico con pellicole piene di personaggi dall'inappuntabile psicologia, e intanto, al contrario, il cinema italiano se ne rimane diviso, ancorato da qualche parte ai margini tra il vecchio e il nuovo. Tra ciò che sarebbe possibile realizzare e ciò che è invece più comodo restituire a un pubblico ritenuto sin troppo stupido e immaturo per provarci sul serio. È proprio in tal contesto che potrebbe allora inserirsi Stefano Chiantini, classe 1974, uno di quelli che ce la sta mettendo tutta per continuare a provarci e magari, alla fine delle cose, finanche riuscirci. Il giovane regista di Avezzano esordisce nel 2004 con il lungometraggio Forse sì… forse no, passando per L'amore non basta (2007) sino ad arrivare, oggi, all'indipendente Isole, girato in cinque settimane e terminato nell'agosto del 2011. Ed è in effetti per quest'ultimo che dovremmo ringraziarlo: selezionato al Toronto International Film Festival, ritenuto uno dei più importanti nel suo genere, il film è ambientato sulle splendide ed emarginate isole Tremiti, che si dividono la scena con alcuni dei più abili attori nostrani. Tra questi, Asia Argento, Giorgio Colangeli e Ivan Franek interpretano tre individui che, come scriverebbe Virginia Woolf, sembrano delle caverne collegate in maniera tale che ciascuna venga alla luce nel momento presente grazie all'aiuto dell'altra, dimostrando come Chiantini rispetti appieno l'iniziale idea di «un incontro tra sensibilità che riscattano la propria esistenza», come ha dichiarato in conferenza stampa. La trama principale non brilla certo per originalità, affrontando piuttosto semplicisticamente la tematica centrale dell'amore tra il personaggio di Martina (Argento) e quello di Ivan (Franek), la prima una donna che ha scelto di non parlare più da quando si è ritrovata ad avere tra i suoi cari solamente Don Enzo (Colangeli), il secondo un immigrato clandestino alle prese con le difficoltà del vivere da straniero. Ciononostante l'amore, in tutte le sue forme, acquista in immagini ciò che perde in parole, trasformando l'intera storia in una serie di dialoghi muti dal fascino inesplicabile. Al centro della vicenda, poi, le api: spilli e pillole della natura, sfruttate dall'uomo e al contempo, però, mai private della loro dignità, esattamente come ci si dovrebbe porre di fronte ai personaggi di questo Isole, ma anche di fronte a tutti quelli che costellano le nostre vite. Il film verrà presentato in anteprima al cinema Nuovo Sacher il prossimo 10 maggio: in tal senso, la distribuzione sembra averne viste di cotte e di crude, e ha voluto forzare un po' la mano sorprendendo produttori e giornalisti. Così, se si presenzierà anche allo spettacolo (differente) del giorno successivo si otterrà una copia omaggio del dvd di Isole, che dal 16 al 20 maggio sarà peraltro visionabile online sul sito Repubblica.it, gratuitamente.
(La recensione del film "
Isole" è di
Eva Barros Campelli)
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