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FILM > RECENSIONI

IL MIO ANGOLO DI PARADISO
Recensione

recensione di E. Lorenzini
Kate Hudson ci prova a spiccare il volo. Ma uscire da uno stereotipo, quando alle spalle si ha una pletora allegra e fortunata di donnine romantiche e più o meno emancipate, non è cosa facile. La biondina tutto pepe che ha costruito il suo pedigree a forza di colpi di fulmine e strategie di conquista, tenta una via diversa infilandosi in una storia di diffidenza e di malattia. Ma nei panni della frizzante Marley, pubblicitaria di successo, la nostra Kate sguazza in una versione appena più problematica delle sue eroine precedenti. Perchè il cancro incurabile con cui la giovane si trova a fare i conti, risulta essere una virgola sbiadita in una pagina di smagliante linearità: la prospettiva della morte, che spesso regala a una love story quella venatura tragica necessaria a salvarla dalla frivolezza, finisce qui per essere inglobata nell'ottica generalmente ottimista e vitale della protagonista. Il visino di Kate, a conti fatti, resta un monolite di spensieratezza. E il contorno visionario che il regista Nicole Kassell (ma è davvero lo stesso di "The Woodsman"?!) le cuce intorno, immaginando un Dio nero e in gonnella che estrosamente dipana a Marley le fila fragili del suo futuro, non aiuta certo a considerare questa vicenda di amore ospedaliero (tra Marley e il suo medico belloccio) in modo diverso da altre decine di pellicole rosa fiorite in quel di Hollywood. La colpa non è di nessuno. Se non di un tic prudenziale che affligge il cinema iper commerciale e lo spinge lontano da soluzioni meno che prevedibili. Kate Hudson ci mette tutto il suo sprint (nella prima parte del film, quando Marley si presenta nella sua guaina dorata di professionista libera e rampante) e il suo campionario novello di smorfie sofferenti e capelli dismessi nel capitolo dedicato al dolore. Ma il risultato resta comunque deludente. (recensione di Elisa Lorenzini)




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