Cinema4Stelle

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

IL GIORNO IN PIU'
Recensione

recensione di F. Rinaldi
Il nuovo romanzo di Fabio Volo si anima sul grande schermo grazie al regista Massimo Venier. La sceneggiatura scritta a più mani e insieme a Volo, narra le vicende di Giacomo Pasetti (Fabio Volo) e Michela (Isabella Ragonese). La classica storia d'amore, con tutte le vicissitudine che essa comporta: nulla di nuovo, tutto già sentito. Giacomo, finanziere di Milano, ha una situazione sentimentale alquanto altalenante, non ama nessuna donna, ma se ne circonda continuamente per il solo piacere fisico. Nel lavoro è infallibile e ci sa fare in tutti i campi, per la sua brillantezza e caparbietà. Terrorizzato dall'amore vero, quello che non lascia scampo e concepisce il "noi", si nasconde dietro la paura di lasciarsi andare seriamente e alla paura di condividere quello che all'altra/o non appartiene perché strettamente intimo e pertinente a noi stessi. A causa di una vivace discussione con la donna di turno, "perde" le chiavi della macchina, ed ogni mattina è costretto a prendere il tram per andare a lavoro. È in questo modo che incontra una ragazza, quella che scoprirà essere Michela. I due non si conoscono, solo dagli sguardi ognuno, nel suo angolo di tram, scruta l'altro. E Giacomo se ne innamora, la idealizza e la ribattezza Agnese, ancor prima di conoscerla. La fa "entrare"(senza pensarci troppo e chiederle il permesso) nella sua vita e in quella degli amici e familiari, facendola passare per fidanzata. Tutto cambia quando Agnese/Michela una mattina decide di presentarsi. Si prendono un caffè, viene a conoscenza (in modo imbarazzante) della messinscena costruita da Giacomo, poi arrivano le spiegazioni di lui, la cena, il bacio e la rivelazione che il giorno dopo lei deve partire per New York per via di un'offerta di lavoro. Da qui il resto della storia è facilmente intuibile: parte anche lui e la narrazione prosegue oltreoceano. Anche se banale e debole in alcune parti, il film scricchiola, ma riesce a reggersi in piedi. Forse perché la storia è semplice e arriva a tutti, forse perché la coppia Volo-Ragonese colpisce fin da subito, fatto sta che Il giorno in più è una di quelle commedie italiane che bene o male si distingue dalle ultime che circolano nelle sale nostrane; si rifà esplicitamente a quella tipologia di commedia americana a noi molto nota. Le caratteristiche ci sono tutte, e sono disseminate all'interno della storia che man mano prende forma, e che si conclude con l'immancabile happy ending. Il compito di riportarci alla realtà, mentre seguiamo la loro storia d'amore "surreale", di tanto in tanto è affidato ai dialoghi, che denunciano una situazione sociale sempre più diffusa: l'incapacità di conciliare e preservare rapporti affettivi con le persone a causa della vita frenetica e degli atteggiamenti egoistici che prendono il sopravvento. Siamo proiettati verso l'autoaffermazione e abbiamo paura di condividere "qualcosa" con gli altri. Particolarmente e fin troppo evidente lo stacco della storia, che si divide tra Milano e New york (molto costruita nella sua messinscena). Massimo Venier sembra destreggiarsi in modo più convincente nella prima parte mentre risulta pedissequo nella seconda: è soprattutto il finale a sembrare inverosimile e appositamente costruito per concludere positivamente la storia tra Giacomo e Michela. In definitiva è un film che non lascia il segno ma che non ne aveva comunque la pretesa. Può essere definito un espediente di marketing per rafforzare i "prodotti" di Volo; biglietto assicurato dalle milioni di persone che hanno letto il libro, i molti che invece non l'hanno fatto potrebbero storcere il naso. (recensione di Federica Rinaldi)




Torna ai contenuti | Torna al menu