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I TRE MOSCHETTIERI IN 3D
Recensione

recensione di F. Reforgiato
Bisogna risalire al 1993 per ritrovare un film basato sul romanzo di Alexandre Dumas "I tre Moschettieri" ("la maschera di Ferro" e "D'Artagnan-il moschettiere" trattano prevalentemente altre storie). Al tempo la versione cinematografica, targata Disney, portò nuovamente alla ribalta il famoso quartetto formato da Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan grazie ad un prodotto molto gradevole, con un cast di tutto rispetto (Kiefer Sutherland, Charlie Sheen e Tim Curry tra i nomi di spicco) e una colonna sonora azzeccatissima ("All for Love" di Sting, Bryan Adams e Rod Stewart). 18 anni dopo non cambia di molto la storia: il giovane guascone D'Artagnan arriva a Parigi con il sogno di diventare un Moschettiere del Re, inconsapevole però che il corpo dei Moschettieri è sciolto, tant'è che i leggendari Athos, Porthos e Aramis vivono alla giornata arrangiandosi alla meno peggio. Il loro fortuito incontro e l'incombente minaccia del cardinale Richelieu, bramoso di impossessarsi del trono di Francia, daranno ai Moschettieri una nuova linfa e una causa per cui valga la pena tornare in azione. Il cast anche in questo caso è di alto livello (Christop Waltz, Orlando Bloom, Milla Jovovich) e la fotografia veramente di effetto riusce a "modernizzare" le ambientazioni senza compromettere il fascino di Parigi nei primi del '600. Buone le trovate delle armi simil-futuristiche e dei galeoni volanti ("omaggio" di Leonardo da Vinci), ai limiti del fantasy ma che, nel contesto, non stonano più di tanto. Il punto debole del film? La regia, e purtroppo non è poco. Paul W.S Anderson scambia "I Tre Moschettieri" per un ipotetico quinto capitolo di Resident Evil dando l'impronta-ahinoi- del quarto capitolo della saga (indubbiamente il peggiore). Ecco quindi un film troppo fracassone, con combattimenti stile Matrix decisamente esasperati e Milla Jovovich che ha veramente poco di Mylady e troppo di Alice, con acrobazie degne dell'eroina di RE (in quella del furto dei gioielli è scoppiata una fragorosa risata in tutta la sala) e con Logan Lerman (Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo) che sembra uscito da un teen-movie. Sceneggiatura prevedibile,dialoghi scontati, storia troppo rivisitata con eccessive licenze poetiche e senso di pacchianeria dall'inizio alla fine del film. Buona la recitazione (mediocre solo la prova di Orlando Bloom, non molto a suo agio in un ruolo "cattivo") e piccolo passo in avanti per il 3D, ma è veramente troppo poco per un film a cui, probabilmente, bastava meno "rumore" per risultare migliore. Il finale-caricatura stile "Pirati dei Carabi" lascia presagire un seguito. Nell'attesa, rispolverate la VHS del 1993. (recensione di Federico Reforgiato)




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