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I MUPPET - RECENSIONE
I Muppet recensione
Recensione

i muppet recensione
I Muppet, i pupazzi protagonisti della serie televisiva Muppet show, andata in onda negli Stati Uniti dal 1976 al 1981, sbarcano per la nona volta sul grande schermo. Dopo le pellicole del loro creatore, Jim Henson, e quelle di suo figlio Brian, le "marionette pelose" si affidano stavolta alla Disney e alle mani del regista inglese James Bobin. Gary (Jason Segel) e Walter (una marionetta), grande fan dei Muppet e cresciuto consumando i VHS dei loro show, lasciano la loro città, Smalltown, e partono in vacanza per Los Angeles insieme a Mary (Amy Adams), fidanzata di Gary. Immancabile la visita agli ormai polverosi luoghi natali dei Muppet, gli studi e il teatro. Nel corso del tour Walter scopre che un petroliere senza scrupoli, Tex Richman (Chris Cooper), vuole abbattere gli studi per trivellare il terreno alla ricerca dell'oro nero. Servono dieci milioni di dollari per impedire che l'area cada nelle mani di Richman. Walter, con l'aiuto di Mary e Gary, si mette a caccia dei suoi beniamini per convincerli a rimettere in piedi la "banda", preparare uno show e guadagnare i 10 milioni. Elemento per elemento, la band della risata si ricompone: Kermit la Rana, l'Orso Fozzie, il Grande Gonzo, Animal, lo Chef Svedese, Statler e Waldorf, l'Aquila Sam, il cocker Rowlf, Scooter, il dr Teeth e la Electric Mayhem Band e, in ultimo, più recalcitrante degli altri per via del rapporto burrascoso con Kermit, anche Miss Piggy. I vividi colori della fotografia, che a tratti avvicinano il film ad un cartone animato, le canzoni e i balletti da musical di Gary e Mary, e la limpida simpatia dei Muppet non mancheranno di catturare i bambini, anche se non hanno mai potuto vedere i Muppet in tv. La musica di grande qualità, la regia lineare e una sceneggiatura che ricalca un canovaccio narrativo tutto sommato già noto (ricorda la "missione per conto di Dio" dei Blues Brothers di John Landis), si faranno apprezzare dagli spettatori di tutte le età. Ma a dispetto delle apparenze i Muppet, come le favole più profonde, non è solo un film per bambini. Come il grande cinema, da "Arancia Meccanica" di Stanley Kubrick al più recente "Inland Empire" di David Lynch, il nuovo film dei Muppet non è fatto per essere guardato, ma per scavare dentro chi lo guarda. Il terreno dei Muppet, con i loro studi televisivi ormai fatiscenti, è l'anima dello spettatore, rimasta orfana di un comicità pura e genuina, minacciata dalla volgarità del profitto e dello spettacolo commerciale. I Muppet, con la loro emotività semplice, diretta, non artefatta, si candidano al ruolo di "redentori". Le loro battute e le loro risate - che ai nostri occhi, possono sembrare goffe, naif e veicolo di una comicità di altri tempi – sono un giudizio severo verso ciò che abbiamo consumato, al cinema o in tv. La morbidezza dei loro corpi di peluche, ci è ormai tristemente estranea. I loro occhioni di celluloide, privi di inganno e di malizia, ci accusano. (La recensione del film "I Muppet" è di Daniele Piccini)
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