HYSTERIA - RECENSIONE
Recensione
recensione di M. S. Sanna
Soggetto potenzialmente esplosivo e un cast di attori di classe, portano all'attenzione del pubblico il ritorno alla regia dell'eterna esordiente Tanya Wexler dopo dieci anni di silenzio. L'affascinante Maggie Gyllenhaal nei panni della suffragetta filantropa e anticonformista e il teneramente goffo Hugh Dancy nei panni del medico che quasi per caso inventa il vibratore per signore sono le vere stelle di Hysteria (lei, in particolare, brilla prepotentemente di luce propria. Non passano inosservati nemmeno Rupert Everett (eccentrico e ricco nobile) e Jonathan Pryce (medico specializzato in isteria femminile). In una Londra vittoriana stigmatizzata dalla sessuofobia e dalla disparità tra uomini e donne, a molte signore (vedove, nubili, ma persino sposate) viene diagnosticata l'isteria – che altro non è che un concentrato di inibizione morale e repressione sessuale. La cura, secondo il dottor Dalrymple, è un massaggio vaginale: da qui all'invenzione di un attrezzo medico che è in realtà il primo sex toy elettrico della storia il passo è molto breve. Il tema frivolo viene visto attraverso uno sguardo intelligente e persino autoironico e viene collegato con una riflessione più importante sulla condizione femminile e sulla libertà individuale in società particolarmente legate a chiusi moralismi e sottese differenze tra i due sessi. Grazie al garbato umorismo britannico questa commedia ambigua e giocata sui doppi sensi non scade mai nel volgare e non appare sboccata e scollacciata: nonostante il tema a forte rischio di scivoloni, anche le scene più esplicite mantengono una ironica e lievemente distaccata eleganza, tanto da fare sembrare il film quasi una favola sullo sfondo della conquista dell'identità femminile – non solo sessuale. In effetti, i bisogni erotici delle donne e la pruderie vittoriana rappresentano solo il contesto sul quale si staglia una storia d'amore romanticissima – quanto prevedibile – tra i due protagonisti che all'inizio non si piacciono nemmeno un po'. Il vero significato della storia però è un altro e non ha a che fare né esclusivamente con il tema soft porno né con l'amore: Hysteria è un film sul coraggio di seguire i propri desideri più profondi e non quelli che la società si aspetta da ciascun individuo.
(recensione di Maria Silvia Sanna)