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HOTEL LUX
Recensione

recensione di L. De Candia
In piena era staliniana un hotel ad una stella, grande e rossa, dominava lo scenario intorno a via Gorki a Mosca. Qui risiedevano i comunisti internazionali di una certa fama fuggiti in Russia a causa del crescente controllo nazista in Europa. Era il periodo in cui grandi registi di lingua tedesca, tra cui Lubitsch e Wilder, presero la strada dell'occidente per poter esprimere in pieno la loro libertà creativa, o forse meglio la loro libertà di non scegliere. A distanza di decenni il fervore culturale di allora e l'atmosfera adrenalinica di un momento spartiacque della storia dell'umanità rivivono sullo schermo grazie ad "Hotel Lux", ritratto ironico, equilibrato e geniale di un'epoca. Attraverso le vicende di due comici da cabaret e di una donna in cerca di giustizia, narrando avvenimenti non reali ma realistici e simbolici, il film irride ogni forma di totalitarismo, scruta i meccanismi sociali che imbrigliano l'uomo, invoca la creatività e la consapevolezza per riaffermare il valore della dignità individuale e collettiva. Un'opera apparentemente "leggera" ma di fatto potente, impreziosita da dialoghi divertenti, intrecci narrativi imprevedibili e sorprendenti, un'interpretazione brillante e mai sopra le righe di ottimi attori e da un'eleganza narrativa che rimanda proprio ai grandi maestri del cinema tedesco dell'epoca. Equilibrio, fluidità, compattezza stilistica e formale…e tante risate intelligenti. Tutto questo è "Hotel Lux". Da non perdere. (recensione di Lucio De Candia)




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