recensione di F. Rinaldi
Chi è Hesher? Un metallaro capellone, maleducato e controverso, talmente anticonformista da risultare anche riluttante il più delle volte. L'esasperazione di ogni cosa, l'amplificazione dell'essere ribelle. Appare dal nulla e scomparirà nello stesso modo. Entra senza chiedere permesso, nelle vite di T.J, un ragazzino di tredici anni, e di Paul, suo padre, andati ad abitare dalla nonna dopo la perdita della madre/moglie in un incidente stradale. La morte piomba addosso ai due ed Hesher piomba con la stessa irruenza nella loro casa, all'improvviso, come è venuto a mancare loro quell'affetto. T.J si trova nel periodo cruciale dell'adolescenza e vive tutti i turbamenti della sua età, con l'aggiunta del lutto che porta via in lui ogni punto di riferimento. Ad appesantirgli la situazione si aggiunge l'inerzia del padre, che non riesce a reagire e preferisce vegetare sul divano tutto il giorno piuttosto che affrontare la circostanza con il figlio. E T.J è arrabbiato, frustato da ciò che non può cambiare, ma lo accetta in modo inesorabile. La nonna è l'unica persona che cerca di riportare in casa quell'equilibro che il 'caso' ha stravolto, ma sia Paul che T.J sono troppo impegnati a soffrire per rendersi conto delle sue azioni. In un quadro del genere Hesher si configura come la vita che contrasta la morte. T.J è troppo debole per cacciarlo di casa, il padre troppo inerme e la nonna troppo ingenua. La sregolatezza delle sue azioni si fa portavoce di tutto quello che T.J vorrebbe dire e fare, ma che per indole non gli riesce. Il piccolo ragazzo deve affrontare, inoltre, le prepotenze di un bullo a scuola e l'inaspettato interesse per una commessa più grande di lui, Nicole, la sua prima cotta. Hesher calza così i panni di due ruoli, l'antagonista e l'aiutante del ragazzo. Il rapporto che viene ad instaurarsi tra i due è quello di amore-odio. In un momento di smarrimento come questo, insegnerà a T.J ad affrontare con decisione le situazioni scagliategli contro, facendogli apprezzare l'impulsività dei gesti.
In questo magma di emozioni, filtrate attraverso il punto di vista di T.J, il regista Spencer Susser al suo esordio nel cinema, racconta una storia atipica e dai toni surreali. Viene da chiedersi ad un certo punto quanto reale possa davvero essere la figura del maleducato e presuntuoso Hesher; viene il dubbio che sia semplicemente l'incarnazione degli opposti sentimenti che attraversano Paul e T.J.
L'interpretazione di Joseph Gordon-Levitt nella parte del ribelle è magistrale, e alla stessa altezza si pongono le interpretazioni degli altri attori. Il finale strappa qualche lacrima, anche se è fin troppo risolutivo: in esso viene concentrata tutta la morale, attraverso un monologo di Hesher, bizzarro e colorito e allo stesso tempo pungente e reale, da riuscire a scuotere tutti: nella morte deve esserci sempre una rinascita. La vita va avanti e non aspetta, corre via e bisogna imparare ad apprezzare quello che si ha, quello che resta finche c'è, perché alla morte non pone rimedio nessuno, nemmeno il ricordo.
(La recensione del film "
Hesher è stato qui" è di
Federica Rinaldi)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento o la tua recensione del film "
Hesher è stato qui" qui di seguito