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GLI INFEDELI - RECENSIONE
Gli Infedeli recensione
Recensione

gli infedeli recensione
[recensione Gli Infedeli] - Si è tanto parlato del film "Gli infedeli", per la locandina giudicata irriverente verso il genere femminile ed anche per lo stesso soggetto del film, giudicato un po' spinto e tendente al trash. Da un'idea originale di Jean Dujardin nasce questo film a episodi: Prologo, Bernard, La coscienza pulita, Lolita, La domanda, Thibault, Simon, Infedeli Anonimi e in conclusione Las Vegas, diretti da sette registi. Accanto a Emmanuelle Bercot (La domanda), Fred Cavayè (Prologo), Michel Hazanavicius (La coscienza pulita), Alexandre Courtés (Infedeli anonimi), Eric Lartigau (Lolita) troviamo proprio Gilles Lelouche e Jean Dujardin, che sono i registi dell'ultimo degli episodi del film (Las Vegas), nonché sceneggiatori e anche due tra i personaggi chiave del film stesso. Benché il cinema francese non ami in particolar modo film ad episodi, "Gli infedeli", per l'idea che anima tutto il lavoro, che è poi l'infedeltà maschile come vera e propria ossessione, si rivela molto convincente per la dinamica con cui vengono amalgamate le storie, differenti, ma similari per la sostanza e la tematica di fondo che governa tutto il film. Fred (Jean Dujardin) e Greg (Gilles Lellouche), nell'episodio "Prologo", sono due scanzonati amiconi, regolarmente sposati, che di notte girano per locali alla ricerca di donne con cui consumare amplessi. E così è per Bernard ed Eric (Glilles Lellouche), per Laurent (Jean Dujardin), per Thibault (Guillame Canet), tutti personaggi maschili, se vogliamo, persone ossessionate da una cultura che richiama molto l'uomo primitivo, con un'animalità trionfante, che consuma sesso, in una dimensione infiocchettata da una parvenza di emancipazione (perché tradire la moglie fa maschio e figo!). Mentre il messaggio, reso alla perfezione, poggia sulla dimostrazione che simili comportamenti compulsivi sono privi di ogni forma di emozionalità, sono pura animalità. Ed il penultimo episodio, "Infedeli anonimi", è un compendio illuminate di quanto sia importante mettere a fuoco i propri istinti, quasi bisogni perversi, quando certi comportamenti confluiscono nella sfera dell'ossessione, nello stato di assuefazione e dipendenza. Tutto sommato, "Gli infedeli", lavoro di squadra (come ha affermato lo stesso Dujardin), gode di un'ottima immediatezza nella rappresentazione scenica e si distingue favorevolmente per la straordinaria costruzione dei personaggi, soprattutto quelli maschili, i quali parlano in prima persona di se stessi, una specie di confessione in pubblico, in cui i lussuriosi passatempi privati diventano motivo di forte riflessione. Lo spettatore viene chiamato a rapportarsi con il soggetto del film. E' un faccia a faccia con modi e forme di una realtà filmica raccontata con sapiente ilarità, non senza una vena di giusta drammaticità, con una recitazione mai sopra le righe. Per concludere, "Gli infedeli" è il risultato di un'analisi non superficiale di questa, chiamiamola, malattia maschile e della compulsione nel modo di consumare sesso. Una tematica affatto simpatica per il genere maschile messo "al muro" con molto stile, realtà resa in modo molto efficace nei termini di una gradevolissima commedia, ricca di risvolti sorprendenti ed interpretata da attori di alto livello, diretti da altrettanto eccellenti mani regististiche. Da non perdere!! (La recensione del film "Gli Infedeli" è di Rosalinda Gaudiano)
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