Sarà che il "motto di spirito" ha carattere nazionale e difficilmente un italiano riderebbe di una barzelletta inglese, e viceversa. Sarà che il pubblico di casa nostra, con le varie serie "Rimini Rimini", "Abbronzatissimi" "Abbronzatissimi2", è già piuttosto familiarizzato con i film sul gruppetto di adolescenti sfigati a caccia di gnocca. Fatto sta che in Italia di risate la commedia inglese di Ben Palmer "Finalmente maggiorenni", nei 100 minuti della sua durata, ne strapperà probabilmente poche. Eppure in Inghilterra, questo film, costato poco più di 3 milioni di sterline e nato da una sit-com, ha incassato in un mese oltre 70 milioni di dollari, battendo nel week end d'esordio titoli come "Bridget Jones 2" e "Una Notte da Leoni". Dunque arrendiamoci.
I "maggiorenni" sono quattro ragazzi inglesi – Will, Simon, Jay, Neil – che hanno appena finito l'anno scolastico e partono per la loro vacanza estiva alla volta di Malia, località dell'isola di Creta. Subiamo la consueta liturgia di cliché sulla vacanza "Nerd": albergo schifoso, camere fatiscenti, frigorifero vuoto e ammuffito, acne diffusa e abbigliamento "cafonal" con T-Shirt della nazionale inglese. I "fabulous four" si calano nel loro ruolo di quattro castigatori della gnocca, con tanto di divisa sociale ("Pussay Patrol", "pattuglia della gnocca"). Arriva l'altro cliché "Nerd", il più classico: non si batte chiodo. Ma come annunciava il poeta tedesco Friedrich Hölderlin in un suo celebre verso, "In mezzo al pericolo cresce anche ciò che salva", così anche i nostri quattro amici, proprio al momento di toccare il gradino più basso della loro vacanza (soli in una discoteca vuota), trovano la mano tesa di Qualcunochedalassùmiama. Quattro ragazze in cerca di tranquillità entrano nello stesso locale. Sono carine ma alla loro portata. Impiegano tutta la loro "nerditudine" per agganciarle. Le quattro coppie inizieranno, ciascuno con i suoi limiti e difficoltà, ad avvicinarsi. Non che i momenti di ilarità per lo spettatore siano aumentati, ma almeno ora c'è una trama da seguire. Già vista, ahinoi, come già viste sono le gag, dispensate ad arte come fossero (ma non lo sono) boccate d'ossigeno: ubriacature colossali, getti di vomito sulla testa, party con tette rimbalzanti assortite.
Alla fine i magnifici quattro scoprono i propri limiti: non riusciranno mai ad avere l'attenzione delle "bonazze", dietro cui sbavano. Ma la coscienza del proprio limite è proprio l'inizio della salvezza. Inaspettatamente, tra una volgarità e l'altra, la pellicola tira le sue somme e perviene (udite, udite) al culmine della sapienza biblica: per quanto tu possa affannarti a cercare la felicità, la salvezza ti arriva dall'esterno, quando meno te l'aspetti, e non dipende dalla tua bravura o dalla tua bellezza, ma è un dono gioioso che ti viene elargito gratuitamente. Purtroppo, aver contemplato così intensamente le gemme sapienziali di "Finalmente maggiorenni", non ci risparmierà dal già annunciato sequel.
(La recensione del film "
Finalmente maggiorenni" è di
Daniele Piccini)
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