DRIVE - RECENSIONE
Recensione
recensione di F. Casella
Los Angeles. Driver (Ryan Gosling) lavora come stuntman per le corse automobilistiche ad Hollywood. Ma non solo: di giorno lavora come meccanico, di notte mette al servizio dei criminali il suo talento di autista al volante di macchine di grossa cilindrata. Sebbene Driver sia per natura, oltre che per necessità professionale, un lupo solitario tutte le sue barriere crollano inesorabilmente nel momento stesso in cui incontra in ascensore la sua vicina Irene (Carey Mulligan) e, qualche tempo dopo, suo figlio Benicio (Kaden Leos). Irene però è sposata e quando il marito, Standard (Oscar Isaac), esce dal carcere la situazione precipita. Perché Standard ha dei debiti con dei criminali i quali minacciano la sua famiglia. Driver decide allora di fargli da autista per il colpo che dovrebbe sistemare la situazione. Le cose però non vanno come previsto..
Premio come miglior regia all'ultimo Festival di Cannes, Drive si rivela come film che miscela alla perfezione il dramma europeo con l'action americano. Il lungometraggio, tratto dall'omonimo romanzo di James Sallis, parte presentando il lavoro notturno del protagonista, lanciando lo spettatore in una cornice fortemente western, alla Sergio Leone (cui il regista, Nicolas Winding Refn, ammette di essersi ispirato). Solo che qui non ci sono pistoleri che si scontrano sotto il sole cocente: la sfida è tra Driver stesso e le sue auto sotto la luce lampeggiante dei semafori. Complesso e sofisticato, povero dal punto di vista dei dialoghi (che quando ci sono, però, sanno essere divertenti): i silenzi cui è costretto il protagonista, sono sostenuti dalla mimica e dallo sguardo straordinari di Gosling che conferma il suo essere istrionico, passando dalla commedia al dramma come se niente fosse. La fotografia stupenda corrisponde e rappresenta a pieno la complementarità del personaggio e del film: Driver capace di violenza e della crudeltà più efferata e allo stesso tempo di una gentilenzza che lo spinge non solo ad innamorarsi di Irene ma anche verso la fascinazione di poter essere un padre. Particolarissima la scena in cui Driver e Irene sono in ascensore con uno dei killer del film e si scambiano il loro primo bacio in slow-motion, poco prima che Driver rompa e il naso e uccida il nemico, sotto gli occhi della donna. Scena indubbiamente "pulp" accompagnata da un'azzeccatissima colonna sonora elettro-pop e da una luce fortemente anti-naturalistica.
(recensione di Francesca Casella)