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recensione Dark Shadows] - Succhiami è un film da dimenticare in toto eccetto due minuti durante i quali irrompono contemporaneamente sulla scena Edward Mani di Forbice, Il Cappellaio Matto, Willy Wonka e Jack Sparrow, "quattro personaggi diversi ma interpretati tutti allo stesso modo" sentenzia in chiusura la voce narrante. Bene, alla galleria si può senz'altro aggiungere anche il Barnabas Collins di questo Dark Shadows, sempre impersonato da Johnny Depp ovviamente che ormai non fa altro che ammiccare con l'aria da fesso e il sopracciglio alzato, qui alla duecentesima prova con Burton. Di Burton siamo stati fan accaniti per poi assistere irritati e impotenti al proseguo di una carriera tanto votata al successo facile quanto deludente, al cospetto di una critica cieca alla quale bastano un paio di scenografie dark per elogiarne il "genio visionario" quando è invece evidente che la vena creativa è esaurita da anni. Creatività che non ritrova certo per Dark Shadows, film tratto da una vecchia serie tv americana, se si considera un incipit dannoso accompagnato da voce off a sostituire più architettate scelte narrative (è la stessa cosa che fa Woody Allen per semplificarsi la vita) e il ciclico ripetersi di personaggi e ambientazioni così uguali a se stessi da non potersi nemmeno più definire autocitazioni. Il cammeo del fu Dracula Christopher Lee ci dimostra che Burton ha già detto tutto quello che doveva dire nei suoi primi 4 film. Il resto è ruminare cibo già masticato e inghiottito. In Dark Shadows, però, il buon Burton e il suo sodale Depp la sfangano, almeno nella prima parte, rifugiandosi nel cazzeggio, stemperando le tanto amate cupezze gotiche nel registro della commedia, mescolando le tonalità funeree con i colori pop dei pazzi e psichedelici anni '70. E finché ci si diverte si è come il tipo che precipita ripetendosi fino a qui tutto bene. Peccato che all'avvicinarsi del suolo Burton riconfermi tutti i nostri timori (quelli di non aver fatto i compiti durante le vacanze!), dimostrandosi incapace o svogliato di tessere trame articolate, di coltivare i germogli che aveva qui e là disseminato forse a casaccio, di scavare all'interno dei personaggi per far da loro scaturire quel romanticismo da grande romanzo di metà ottocento, fatto di amori eterni che sconfiggono la morte e anime immortali che vagano in pena tra le brume sepolcrali, che c'è ma che rimane così solo allo stato embrionale. Più facile buttarla in cagnara come infatti fa e redimere ogni questione con la consueta resa dei conti a suon di schiaffoni tra vampiri, streghe, fantasmi, licantropi gettati nella mischia alla rinfusa. Di Depp, anche produttore, abbiamo già detto. Per Eva Green abbiamo un'avversione congenita in parte inspiegabile. Michelle Pfeiffer, che torna a lavorare con Burton 20 anni dopo Batman returns, è sempre bellissima come sempre più bella diventa Chloe Grace Moretz di cui non ci perdiamo mai un'apparizione (compresa quella da Letterman). Grande colonna sonora. Per il solo fatto di reggersi ancora in piedi un plauso particolare va ad Alice Cooper, protagonista di una delle migliori sequenze di tutto il film
(La recensione del film "
Dark Shadows" è di
Mirko Nottoli)
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