COWBOYS AND ALIENS
Recensione
di Mirko Nottoli
Dopo Fracchia contro Dracula, Gianni e Pinotto contro l'uomo invisibile, King Kong contro Godzilla, Totò contro Maciste, nel novero dei crossover più stupidi della storia si sentiva la necessità di contrapporre anche Cowboys & Aliens. Sarà che questi alieni non sanno più in che salsa propinarceli mentre i cowboys sono anni che si cerca di rinverdirli senza grandi risultati (provate a chiedere al povero Jonah Hex), così si tenta di acchiappare i famigerati due piccioni con una fava optando per gli alieni conditi in salsa tex-mex, la quale è buona purché non se ne abusi, mentre gli alieni, di loro, si sa, fanno schifo (eccetto pochi casi). Il che, nelle mani di sceneggiatori made in Hollywood, si traduce in Daniel Craig che si risveglia d'improvviso in mezzo alla radura senza ricordare nulla, nemmeno come si toglie quello strano bracciale d'acciaio che ha al polso, che non si sa a cosa serva né chi gliel'abbia messo ma ha tutta l'aria di pesare un casino. Fatti fuori tre loschi figuri con intenzioni poco amichevoli, ruba loro vestiari e mezzo equino e si dirige al primo villaggio dove ha modo di fare conoscenza con alcuni personaggi locali. E' qui che di notte giungono gli alieni (!!!), il bracciale di Daniel Craig prende vita e comincia a sparare raggi laser contro i dischi volanti e avanti così fino alla fine. Come d'abitudine, gli alieni, di qualsiasi stirpe, sono esseri iper-evoluti ma hanno sembianze di cavernicoli bavosi con la faccia da citrulli e processi mentali talmente basilari da venire sempre infinocchiati da un gruppo di umani mal assortito. Per rimpolpare un intreccio ridotto ai minimi termini si decide di riesumare Harrison Ford e di elemosinarlo con un ruolo da coprotagonista completamente accessorio, per la gioia di quei quattro fan che ancora lo ricordano nei panni di Indiana Jones. Lui prova a ripagarli mettendo su la stessa espressione burbera ma assomiglia ad uno con fastidi di
stomaco, prova a fare il cowboy col cappello e il gilet ma così vestito più che nel vecchio West sembra ad una sfilata di carnevale, ormai lessato a puntino appare confuso e imbambolato, biascica parole incomprensibili forse per via della dentiera ballerina, si ridesta solo quando spara una fucilata decisa ad un extraterrestre mostrando finalmente il ghigno con la mascella serrata e la bocca storta, accenna anche ad una fuga insieme a Daniel Craig ma dopo tre passi a piedi è già stanco, per cui lo si congeda, come da contratto passa a ritirare il cestino con il pranzo e infine viene riaccompagnato all'ospizio davanti alla tv. Altri inutili ruoli sono regalati a Sam Rockwell, Paul Dano e Keith Carradine, giusto per giustificare il budget speso. Al John Favreau cui erano riusciti i due Iron man non giova stavolta la graphic novel che commistiona fantasy, commedia, azione e fantascienza per un classico blockbuster estivo (producono Steven Spielberg e Ron Howard) che inscena una batracomiomachia di cui, per definizione, non importa niente a nessuno.