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FILM > RECENSIONI

COME AMMAZZARE IL CAPO.. E VIVERE FELICI
Recensione

di Mirko Nottoli
Tre amici vessati dai rispettivi capi. Jason Bateman è vessato da Kevin Spacey che assomiglia a Berlusconi, lo schiavizza e lo prende per i fondelli. Jason Sudeikis non è vessato da Donald Sutherland, anzi vanno d'amore e d'accordo, il problema si pone quando il vecchio tira le cuoia e gli succede il figlio, Colin Farrell, cocainomane e depravato col riporto, interessato alla ditta di papà solo per ricavarne più denaro possibile. Charlie Day (già il nome fa venire i nervi) è vessato da Jennifer Aniston, dentista maniaca e ninfomane, che vuole fare sesso con lui a tutti i costi (e questa sì che è una bella sfiga!), nonostante lui sia piccolo, brutto e con la faccia, la statura e la virilità di un criceto. Cambiare lavoro non se ne parla che con la crisi ci si ritrova ad offrire prestazioni sessuali a 4 dollari a botta. L'unica soluzione è ucciderli. Suvvia, chi non ha un capo odioso che vorrebbe uccidere? Così i tre si rivolgono prima a Mr. Fantastic che, a causa dei suoi "lavori bagnati" male interpretati , viene erroneamente scambiato per un killer, poi a Jamie Fox alias "Fottimadre" Jones, così chiamato perché da piccolo rubò qualche spicciolo dal borsellino di mamma, il quale, potendo vantare anni di galera (ha piratato il film "La neve cade sui cedri") saprà dare loro consigli preziosi. Diretto da Seth Gordon, "Come ammazzare il capo e vivere felici" viaggia sulla falsariga di "Una notte da leoni" senza però avere lo stesso tasso di spregiudicatezza, irriverenza, ritmo e follia. Mentre là infatti la girandola di situazioni surreali avveniva senza soluzione di continuità, qui si tenta di premere l'acceleratore della demenzialità ma senza la marcia giusta inserita il motore va su di giri e si finisce per arrancare lenti e col fiatone. Colpa soprattutto di una sceneggiatura traballante che decapita uno dei vertici dell'ideale triangolo su cui si innesta (quello riconducibile alla Aniston), triangolo che stando alle premesse avrebbe dovuto essere
equilatero (tre amici, tre capi, tre omicidi) e invece è isoscele, per non dire scaleno (la parte di Kevin Spacey è immotivatamente preponderante), segno manifesto di un'approssimazione di intenti che permea tutta la pellicola, dai caratteri indecisi dei personaggi alle loro superflue citazioni cinefile. Non che ci saremmo aspettati un meccanismo comico di alta precisione alla Billy Wilder ma almeno un paio di incastri che alla fine chiudessero il cerchio, quello sì. Unici motivi di interesse: due battute due azzeccate e Jennifer Aniston finalmente sexy che, smessi per una volta i panni della fidanzatina carina e imbranata, ci lascia un po' sbirciare nel solco della scollatura. I soliti errori sul set in calce ai titoli di coda sono forse le gag più divertenti dell'opera.



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