BAR SPORT - RECENSIONE
Recensione
recensione di F. Reforgiato
"Ci sono bar e bar, ma il Bar Sport è molto di più". A 35 anni dalla sua uscita, il classico della narrativa umoristica italiana di Stefano Benni trova un regista abbastanza temerario da affrontare lo "zoo" di molteplici personaggi e situazioni presenti nel celeberrimo libro. Massimo Martelli di affida ad un cast di livello medio-alto dove indubbiamente spicca Claudio Bisio, nella parte del "tennico", vero e proprio filo conduttore di tutta la storia, e si avvale del buon Giuseppe Battiston (Antonio il Barista, detto Onassis per la sua tirchieria) e di una garanzia come Antonio Catania (Muzzi), ma riesce solo in parte nell'impresa di realizzare un prodotto all'altezza della sua fama. Intendiamoci: le ambientazioni, i personaggi e le storie ricalcano, nei limiti di quanto si possa fare in un'opera cinematografica di un'ora e mezza, l'anima di quello che è "Bar Sport", tra caratterizzazioni più o meno marcate infatti non sembra mancare quasi nessuno all'appello (tra i tanti riconosciamo Cocosecco, Bovinelli, il Nonno da bar,Elvira lire tremila, Il Cinno, le 2 vecchiette e il Playboy interpretato da uno spassosissimo Teo Teocoli). Quel che manca è forse un cercare di "osare" nella narrazione: la storia procede tranquilla, gradevole e con un festival della nostalgia che farà sorridere gli ultraquarantenni con side-car, telefono a gettoni,liscio in piazza e Flipper anni '50, ma non si va mai oltre lo schema classico di narrazione (eccezion fatta per i racconti animati di Piva e Pivot, veramente pregevoli) facendo perdere così l'originalità e la freschezza propria dell'opera di Benni. E in questi casi, purtroppo, il paragone con il libro è d'obbligo, dato che buona parte degli spettatori andrà a vedere il film attratto dal nome. Quello che troverà è un film carino che farà sorridere più di una volta (ma farà storcere il naso la mancanza della parte del "Bar Sport" al tempo dei Pirati e-forse- la superficialità con cui è stato trattato il personaggio del nonno) e si farà comunque apprezzare per il coraggio. Per chi non ha letto il libro, purtroppo, si prevede qualche sbadiglio di troppo. Da lodare, infine, la caratterizzazione della "Luisona" con sorpresa finale per il personaggio de "Il Rappresentante".
(recensione di Federico Reforgiato)