ANCHE SE E' AMORE
NON SI VEDE
Recensione
recensione di A. Dispenza
Ficarra e Picone sono indubbiamente i degni eredi dei mitici Franco e Ciccio.
Ora che sono giunti al loro quarto lungometraggio da registi e mattatori, dimostrano quella maturità che si associa solitamente solo ai grandi comici. A quelli che sono in grado di gestire il difficile mestiere di far ridere e Salvo e Valentino – il loro nome di battesimo è lo stesso dei protagonisti del film – lo fanno eccome, in maniera dissacrante.
La loro ironia pungente, che sa di fico d'india e limoni della loro terra natia, questa volta si sposta nella bella Torino. Città piena di arte e di culture, un crocevia di storie e di gente a cui l'acuta fotografia di Cesare Accetta rende giustizia assoluta.
Tra queste delicate geometrie si svolge l'intricata vicenda di due amici inseparabili emigrati dalla Sicilia con i loro eccessi: la leggerezza nei confronti del gentil sesso (l'uno) e l'ossessione estrema verso la dolce metà (l'altro). Non passa inosservata Ambra Angiolini, attrice a tutti gli effetti del nostro panorama culturale, che dimostra quanto sia cresciuta in senso artistico tra centinaia di cuori così mielosi e fastidiosissimi: sulle tazzine e sui cuscini, sulle gigantografie sulle pareti di casa e sulle sveglie parlanti, sulle cornici e sui bigliettini che ricordano ogni più assurdo anniversario. Tanto da farle assumere le sembianze della rassegnata Fosca al fianco di Carlo Verdone nell'eterno Viaggi di Nozze che tutti conosciamo.
Eppure l'amore c'è, anche se non si vede, proprio come suggerisce il titolo. Anche se a volte non sembra proprio. Qua sta la bravura degli artisti: fanno ridere talmente tanto da far dimenticare il titolo e il suo senso. E ridere di gusto, dal ragazzino per la battuta adolescenziale all'adulto per la critica amara sul nostro Paese.
Ancora, Ficarra e Picone, qui si sono superati talmente tanto che lasciano un vero messaggio di vita. Con genialità, associano all'ironia di questa commedia degli equivoci il messaggio dell'amore non banale, quello delle mille sfaccettature di un sentimento fin troppo abusato, del fatto che ognuno lo vive a seconda delle proprie inclinazioni. Quello che accade prima, alle spalle o lontano, che non si vede, ma che esiste.
Poco importa se si tratta dell'amico molesto, della fidanzata succube e nevrotica, di assurdità, di matrimoni che finiscono a cazzotti, di incomprensioni o disguidi. È sempre amore.
Quello, addirittura, per i difetti dell'uomo – che davanti al fascino della donna proprio non riesce a stare fermo – e per quelli dell'Italia. C'è amore persino nei dubbi eterni dei protagonisti, sulla cui ricerca di una risposta si svolgono i fatti: come dirgli che è finita, quanto funziona la tecnica del 'chiodo schiaccia schiodo', come posso amarla se la conosco da quando sono nato, perché amiamo chi ci odia e non ci accorgiamo di chi ci ama.
E tra tutto questo amore, resta una certezza: al cinema è ancora possibile ridere e divertirsi senza volgarità.
(recensione di Andrea Dispenza)