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Questione di tempo recensione] - Il giovane Tim Lake (Domhnall Gleeson), dopo una noiosa e insoddisfacente notte di Capodanno, viene a sapere da suo padre (Bill Nighy) che gli uomini della sua famiglia hanno sempre avuto la capacità di viaggiare nel tempo. Trasferitosi dalla Cornovaglia a Londra per diventare avvocato, Tim conosce, dopo vari tentativi andati a vuoto e ripresentatisi grazie al suo fantastico potere, la bellissima Mary (Rachel McAdams). Tra loro è subito amore a prima vista, ma uno sfortunato incidente legato a uno dei soliti viaggi nel tempo di Tim fa sì che lui non l'abbia mai conosciuta. Ma il destino, si sa, muove le sue pedine in modo imperscrutabile e così, per puro caso, i due si rincontrano di nuovo e Tim, alla fine, riesce a conquistare il cuore di Mary. Usando i suoi viaggi nel tempo per rimediare alle sue consuete gaffes, il giovane dai capelli rossi scoprirà che, nonostante possa modificare gli eventi a suo piacimento, ci sono cose che neanche il più straordinario dei poteri può cambiare. Parlare di Richard Curtis significa fare i conti con uno dei personaggi più importanti della cinematografia inglese, perché autore di alcuni pilastri della commedia sentimentale come "Notting Hill" e "Quattro matrimoni e un funerale" e "Il diario di Bridget Jones", di cui ha curato la sceneggiatura, e "Love Actually", prima esperienza da regista. Con "Questione di tempo", da lui scritto e diretto, Curtis torna, dopo l'esperimento ben riuscito di "I Love Radio Rock", ai contenuti che da sempre caratterizzano la sua produzione, attraversata da una sottile malinconia velata dietro quello spigliato humor inglese che tanto contraddistingue le sue commedie. Il nuovo lavoro di Curtis è una vera e propria favola, una favola che sembra rispettare quelle caratteristiche elencate dallo studioso russo formalista Vladimir Propp. Troviamo l'eroe, che affronta varie peripezie per raggiungere la principessa (il premio), abbiamo un aiutante dell'eroe (il padre di lui), e un particolare antagonista: la vita stessa. Possiamo avere il potere più grande del mondo, dice Curtis, il potere di Dio, quello di modificare le cose a nostro piacimento dominando il tempo, ma la vita, come per qualunque altro essere umano, sfuggirà sempre al nostro controllo, pronta a rimescolare inaspettatamente le carte in tavola. E se dunque non possiamo controllare gli eventi, cosa fare di questo grande potere? In maniera forse un po' buonista, Curtis risponde: stare vicino alla famiglia e godere con loro di ogni gioia, perché, paradossalmente, anche se il tempo può tornare indietro, ogni volta perderemo qualcosa di unico e irripetibile.
A questa sottesa malinconia fanno da contrappeso le deliziose interpretazioni degli attori, soprattutto i due protagonisti, la bellissima e bravissima Rachel McAdams e il goffo e "alleniano" Gleeson, artefici di una sintonia davvero magica. È grazie a loro che il film scorre veloce, almeno nella prima parte, guidato da un'ironia sferzante che strappa più di una calorosa risata. Il problema si pone quando arriva, per Curtis, il momento di tirare le somme e raccontare, come ogni favola che si rispetti, la morale. Una morale che in realtà non ha assolutamente bisogno di essere dichiarata esplicitamente, perché perfettamente chiara già dopo un'ora di proiezione. Ecco perché, sul finale, il film perde la sua presa perché si dilunga nel lanciare un messaggio già perfettamente chiaro, provocando quindi in più punti vari cali di ritmo. "Questione di tempo" rimane, nonostante questo, una dolcissima commedia romantica, che non negherà ai più sdolcinati anche qualche lacrima di commozione.
(La recensione del film "
Questione di tempo" è di
David Di Benedetti)
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