La recensione del film Quasi nemici

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QUASI NEMICI - RECENSIONE

Quasi nemici recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Quasi nemici recensione] - Pare che il cinema francese stia dando spazio all'arte della retorica. "A voce alta" di Stéphane De Freitas ed ora è la volta di "Quasi nemici" diretto da Yvan Attal, una commedia coraggiosa e nello stesso tempo oltraggiosa sulle ipocrisie, il perbenismo ed il conformismo che alimentano forme di razzismo dell'attuale società. E guarda caso fautore di atteggiamenti razzisti è Pierre Mazard (Daniel Auteuil), professore universitario di retorica che non perde l'occasione di sfoderare il suo sarcasmo provocatorio ed offensivo nei confronti della studentessa Neila Salah (Camélia Jordana), arrivata in ritardo di qualche minuto alla sua lezione. Grande sdegno per l'accaduto sui social, tanto che il preside della facoltà invita Pierre Mazard a dimostrare il suo pentimento prendendo Neila in custodia per prepararla all'imminente gara di eloquenza come concorrente in rappresentanza dell'istituto. "Quasi nemici" gioca la sua carta vincente sul rapporto conflittuale e classista tra Pierre e Neila, costretti, loro malgrado, a costruire una relazione di lavoro che, anche se burrascosamente, salverà entrambi dai loro stessi limiti e contraddizioni. La parola, funzione importante della comunicazione e comprensione umana è l'elemento elitario da saper gestire in circostanze importanti ed è proprio nella gestione della parola che compone il concetto ed il discorso, che si apprendono i propri limiti ma anche la crescita della propria umanità. E' ciò che succede ai due protagonisti, caratterizzati magistralmente da Daniel Auteuil, perfetto nel suo cinismo irriverente e burbero e da Camèlia Jordana, che per la sua performance ha conquistato il premio César come miglior promessa femminile del cinema francese. Attal è molto abile nel saper gestire un conflitto culturale sul filo del rasoio, senza mai rischiare nell'equilibrio del dialogo che appoggia la sua tenuta sull'arte della retorica, arma tagliente per affermarsi in particolari contesti sociali. Lo scaltro professore, dotto borghese, che non risparmia la sua intolleranza contro le minoranze etniche, subirà il fascino sfrontato e ribelle di questa studentessa e ne pagherà le conseguenze abbassando parecchio la guardia sulla sua arroganza. Un duello sulla retorica che si affila via facendo, con uno stile cinematografico classico, in cui la stessa ambientazione scenica restituisce le problematiche latenti della multietnica società francese. Ben articolato nella narrazione, "Quasi nemici" è una piacevole e riuscita commedia, a tratti anche divertente, che porge con ragguardevole disinvoltura la trappola del pregiudizio, affidata con sapiente ironia all'arte indiscussa della retorica. (La recensione del film "Quasi nemici" è di Rosalinda Gaudiano)
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