La recensione del film Quarto potere di Orson Welles

.       .

Vai ai contenuti

IERI OGGI E...

Trama

QUARTO POTERE di Orson Welles

Quarto potere Recensione
Kane (Welles), un magnate della stampa americana, un attimo prima di morire sussurra la parola "Rosebud". Un giornalista viene incaricato di indagare sulla sua vita e sul senso dell'ultima parola pronunciata Si recherà dalle cinque persone che conoscevano meglio il grosso ed ambiguo personaggio. Ognuno di loro racconterà una storia diversa, parziale. Secondo alcuni egli è stato un grandissimo e disinteressato idealista, secondo altri un imbroglione mediocre ed egoista. Emerge il suo unico, vero e grande amore: l'alcol. Nel finale, fra alcuni oggetti personali di Kane che vengono bruciati, vi è lo slittino con cui giocava da bambino con sopra una scritta: Rosebud, bocciolo di rosa.
Idea Centrale
Un'indagine su una figura complessa e difficile di uomo "americano al cento per cento".
Analisi
Da alcuni critici è stato considerato il "film più bello del mondo". Moltissimi gli elementi che hanno fatto grande "Quarto Potere": il linguaggio cinematografico è continuamente frantumato da una serie di flashback (come incastri di un grande mosaico), la scelta del soggetto mette in evidenza l'ambiguità del "sogno americano", l'innovazione tecnica nell'uso di obiettivi speciali (di tipo aeronautico) per ottenere una straordinaria profondità di campo ed il ruolo centrale del personaggio che è insieme produttore, sceneggiatore, regista ed attore.
Note e curiosità
Per "Quarto potere" Welles si ispirò al leggendario magnate Hearst ed al suo amore per l'attrice Marion Davies. Questo "re della stampa" intentò causa all'autore perché si riconobbe nel protagonista. Il film fu girato in appena tre mesi da Welles che in quel momento aveva solo 26 anni.


Torna ai contenuti | Torna al menu