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Quando meno te lo aspetti recensione] - Prendete una nevrotica con il terrore per la guida, affiancatela a personaggi frustrati, spaventati e confusi, immergeteli in uno scenario tra il reale e il fantastico, mescolate il tutto, e distendete l'impasto lungo una pellicola di quasi due ore. A meno che non siate Woody Allen, il risultato sarà un qualcosa che somiglia piuttosto vagamente a uno dei suoi film. Eppure dovrebbe saperlo Agnès Jaoui, regista del brillante "Il gusto degli altri", candidato nel 2000 a un Oscar come miglior film straniero, che di geni nevrotici come Allen ne esistono pochi, e che tentare di imitarli è un'operazione piuttosto rischiosa. "Au Bout du Conte", tradotto banalmente in italiano con "Quando meno te lo aspetti", racconta la storia di Laura (Agathe Bonitzer), una ricca ventiquattrenne che sta ancora aspettando il suo principe azzurro. Dopo uno strano sogno premonitore, la giovane incontra a una festa il bel Sandro (Arthur Dupont), che corrisponde esattamente all'uomo da lei sognato qualche notte prima. Laura crede così di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita… finché la sua neo-divorziata zia Marianne (Agnès Jaoui) non le fa conoscere Maxime (Benjamin Biolay), un oscuro e affascinante musicista. Dal canto suo, anche Sandro ha i suoi problemi: il cinico padre Pierre (Jean-Pierre Bacri), al funerale di suo nonno, si è imbattuto per caso nella veggente che alcuni anni prima gli aveva predetto la data della sua morte. Da quel giorno, Pierre, divorato dall'ansia, non riesce a fare più alcun progetto, né con la sua compagna Eleonore (Valérie Crouzet), né con Sandro. Insomma, il lieto fine che tutti vogliamo non esiste, afferma la regista, e se esiste non è certamente quello delle fiabe. "Quando meno te lo aspetti" è una storia corale a metà tra il fantastico e il reale, è una commedia dal sapore amaro che afferma quanto ognuno di noi si aggrappi a credenze, superstizioni e favole per tentare di sfuggire alla pesantezza e al grigiore della vita quotidiana. La Jaoui, più o meno consapevolmente, realizza una pallida imitazione di Woody Allen (la presenza della veggente non può non ricordare "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni"), ma ciò che assolutamente manca alla regista francese è l'arguzia e l'ironia dissacrante e cinica del regista americano, che fa della negatività un suo punto di forza senza però mai trasmettere allo spettatore le sue nevrosi in modo eccessivo e pesante, cosa che invece accade in questa pellicola, lenta, in pieno stile francese (quello classico, non quello divertente, leggero e aperto verso il cinema americano che che sta spopolando da alcuni anni a questa parte). Non si può negare che la sceneggiatura, scritta dall'assodata coppia Jaoui - Bacri, presenti alcune trovate interessanti, come alcuni dialoghi, soprattutto quelli che vedono protagonista proprio il co-sceneggiatore e attore, che però, pur strappando qualche risata, vengono subito appesantiti dalla melensa e debole storia di Laura (interpretata da una spocchiosissima Agathe Bonitzer), Sandro e Maxime (quest'ultimo, come se qualcuno non capisse da sé il ruolo che metaforicamente interpreta, fa di cognome Wolff) che presenta diverse citazioni di note fiabe, da "Cenerentola" a "Biancaneve" passando per "Cappuccetto Rosso". "Quando meno te lo aspetti" è, in sintesi, una storia altalenante che finisce per annoiare perché la regista esagera nell'affidare al film le sue paranoie (tra cui quella, palese, di essere costantemente tradita), che non fanno altro che appesantire una trama già di per sé poco fluida. Sappiamo tutti che la vita non è come quella dei personaggi delle fiabe, sappiamo che non esistono principi azzurri coraggiosi e sinceri e principesse sicure e decise, ma è per questo che esiste il cinema: per farci credere, anche solo per poco, che l'impossibile, da qualche parte, ogni tanto accade.
(La recensione del film "
Quando meno te lo aspetti" è di
David Di Benedetti)
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