QUANDO LA MOGLIE E' IN VACANZA
di Veronica Ranocchi
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
Una delle scene madri dell'immaginario collettivo è sicuramente l'iconica Marilyn Monroe in abito
bianco che, tenendo la parte inferiore del vestito, si copre per far sì che il vento, che fuoriesce dalle
grate sotto alle quali si trova, non le faccia volare tutto. Ecco questa scena si trova all'interno di una
delle tante commedie più che riuscite di Billy Wilder: Quando la moglie è in vacanza.
Forse non l'interpretazione più riuscita in assoluto della Monroe che aveva dato prova di grandi doti,
anche canore, nel precedente "Gli uomini preferiscono le bionde" e che darà vita al suo personaggio
più iconico qualche anno dopo, sempre diretta da Wilder, in "A qualcuno piace caldo". Ma comunque
"Quando la moglie è in vacanza" resta una commedia degna di essere ricordata.
Tutto ha inizio quando Richard Sherman, che lavora in una piccola casa editrice, accompagna la
moglie e il figlio alla stazione perché, come da tradizione, in partenza per la villeggiatura. Lui rimarrà
da solo a casa per prepararsi alle nuove uscite e gustarsi un po' di pace e relax. Ormai sposato da sette
anni si propone di sfruttare questo momento come un periodo di totale tranquillità e riposo. A fargli
cambiare idea e a farlo cadere in tentazione il recente trasferimento al piano di sopra della propria
abitazione di una giovanissima modella che, seppur involontariamente, provoca di continuo il
protagonista che cerca, almeno inizialmente, di resistere. I minuti e le ore passano e Richard, intento
a dedicarsi al proprio lavoro, si addormenta. Così facendo inizia a mescolare realtà e sogno, verità e
finzione e comincia a fantasticare sulla sua vita, lontana dalla moglie, accanto alla bella e provocante
vicina. La invita, quindi, in casa. I due bevono insieme, passano alcune serate insieme e si recano
addirittura al cinema insieme. Ma questa situazione, apparentemente positiva per Richard, si
trasforma, ben presto, in qualcosa di diverso. L'uomo si immagina, infatti, come bersaglio del
pubblico, di tutte le persone che lo conoscono e che sono a conoscenza della sua situazione
sentimentale. Pensando di essere in errore l'uomo cerca di tornare sui suoi passi, ma ormai sembra
tardi e, proprio per questo, arriva ad immaginarsi la moglie che, rientrata dalla villeggiatura e venuta
a sapere del suo presunto tradimento, lo uccide sparandogli più volte. Tutto, però, cambia nel
momento in cui Richard riceve una telefonata proprio dalla moglie che gli comunica di aver incontrato
un amico d'infanzia. A questo punto, a tutte le problematiche e i pensieri che aveva incanalato l'uomo,
va ad aggiungersi anche la gelosia che, mettendo da parte temporaneamente tutte le altre, ha il
sopravvento e porta il protagonista a prendere una decisione: tornare alla normalità al fianco della
moglie per evitare qualsiasi tipo di problema.
Una storia semplice, con una trama lineare seppur concatenata costantemente tra finzione e realtà.
Ma indubbiamente una storia efficace. Billy Wilder non delude nemmeno questa volta e confeziona
un prodotto validissimo, sotto tutti i punti di vista e anche a distanza di molto tempo.
Un chiaro riferimento all'epoca nella quale il film è ambientato e una denuncia al tipo di vita condotto
in quel momento, o meglio una denuncia all'idea del consumismo dell'epoca e a come esso veniva
affrontato.
Il fascino e il successo del film si deve soprattutto alla netta contrapposizione tra i due protagonisti.
Da una parte abbiamo l'uomo medio che dovrebbe essere dedito a lavoro e famiglia, ma che, in realtà,
non vede l'ora di evadere da questo mondo che gli sta sempre più stretto. Dall'altra parte abbiamo
una donna che è descritta attraverso la classica ragazza bionda svampita e, a tratti, un po' stupida, ma
che rappresenta il sogno proibito per eccellenza. Due mondi diversi, ma al tempo stesso uguali e
soprattutto destinati ad incontrarsi e, inevitabilmente, scontrarsi. Il fulcro dell'intera vicenda, infatti,
e in particolar modo della chiave comica di "Quando la moglie è in vacanza" è l'ambivalenza tra i
due, ma, nonostante questo, il continuo rincorrersi e il non poter fare a meno dell'altro. Il tutto reso
magnificamente da Wilder perché vanno a fondersi sia i due personaggi sia i due mondi contrapposti,
cioè la realtà e la finzione, dal momento che ognuno incarna il corrispettivo alla perfezione. Richard
è la chiara rappresentazione della realtà, una realtà fin troppo stretta, alla quale deve sottostare
quotidianamente. La ragazza, invece, rappresenta il sogno, quell'appiglio al quale agganciarsi per
riuscire ad evadere da monotonia e noia.
Ma a funzionare, soprattutto a livello di commedia e comicità, sono tutti i riferimenti, più o meno
velati alle ossessioni erotiche dell'americano medio. Seppur dovendo sottostare alla rigidità imposta
dal momento e non avendo le libertà e le licenziosità odierne, Wilder riesce nell'impresa di costellare
il film di situazioni che potremmo definire quasi al limite dell'assurdo, portando lo spettatore
dell'epoca (e in parte anche quello odierno) a porsi degli interrogativi.
Una differenza importante rispetto ai precedenti e ai successivi film del regista è sicuramente il ritmo
che, come si può notare, è meno serrato e più statico, in una continua contrapposizione tra desiderio
e resistenza che porta il tutto a un rallentamento. Questo, però, non significa che il film non sia
efficace perché più "lento", anzi.
Con questa commedia Wilder vuole, prima di tutto, far sorridere il pubblico, ma anche portarlo a
riflettere sul comportamento dell'uomo tipo. Quella che viene messa in scena è comunque una
quotidianità del momento, seppur portata agli estremi, attraverso due personaggi anche fin troppo
stereotipati.
Se all'epoca della commedia Marylin Monroe rappresentava la diva del momento e il sogno di molte
persone, in questo film la sua figura è sfruttata proprio per essere portata al massimo, per arrivare
all'ennesima potenza. La Monroe era veramente quello che per Richard è in tutta la durata del film:
un sogno proibito al quale appigliarsi per evadere dalla solita, e spesso noiosa, routine. Wilder ha
solamente avuto la genialità di inserirla all'interno della sua opera e rendere in maniera
cinematografica quello che succedeva nella realtà. La sua genialità risiede proprio in questo: aver
catturato la quotidianità e averla portata all'estremo per poterci ridere sopra, facendosi anche beffe
del pubblico stesso, dal momento che, più o meno direttamente, prende in giro un po' tutte le categorie
invitando chiunque a non prendersi mai veramente sul serio.
Una commedia che, ancora oggi, può essere amata ed apprezzata, sia considerandola in relazione al
contesto nel quale è nata, sia estrapolandola e rendendola una semplice storia fine a sé stessa.
Comunque la si guardi "Quando la moglie è in vacanza" resta un interessante gioiello cinematografico
del grande Wilder. Lo era IERI, lo è OGGI, e lo sarà DOMANI.