di R. Gaudiano
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Qualcosa di meraviglioso recensione] - Nura Mohammad decide di abbandonare la sua terra, il Bangladesh, dove scontri sanguinosi sono teatro di orrori e violenze. Nura porta con sé oltre frontiera tutta la famiglia, ma non racconta la verità a suo figlio Fahim (Assad Ahmed) di otto anni, bambino sveglio, con una curiosità positiva della vita ed un vero promettente talento nel gioco degli scacchi. Fahim sa che la famiglia lascia il Bangladesh per permettere proprio a lui di frequentare un'ottima scuola di scacchi in Francia e diventare un vero campione. Ma arrivati a Parigi, tutto si complica. Alla famiglia di Fahim viene rifiutato l'asilo costringendoli a vivere da immigrati clandestini, in una condizione estrema di vera e propria emarginazione sociale. Nura è un buon padre, ed è anche un uomo intraprendente e non si dà per vinto. Nura presenta Fahim ad un importante giocatore di scacchi, Sylvain Charpentier (Gérard Depardieu) e pian piano la vita inizia a cambiare rotta, come in una favola. Pierre-Francois Martin Laval, regista del film, è rimasto colpito dalla vera storia di Fahim. Nel 2012 Fahim, un bambino bengalese di 12 anni, vincitore del campionato di scacchi al di sotto dei diciotto anni, era un clandestino in terra di Francia e rischiava il rimpatrio immediato insieme alla sua famiglia. L'allora primo ministro, Francois Fillon, prese a cuore la situazione ed accelerò le pratiche del permesso di soggiorno per tutta la famiglia del piccolo campione. "Qualcosa di meraviglioso" scuote con garbo lo spettatore che viene man mano conquistato dalla tenacia e la naturale vivacità di Fahim nella sua corsa ad ostacoli per la conquista di un'identità finalmente riconosciuta. Scritto e diretto con sapiente leggerezza, "Fahim" non cade mai nel patetico melenso, regalando un susseguirsi di emozioni autentiche che Pierre-Francois Martin Laval fa scaturire dal rapporto a tratti urticante tra il burbero Sylvain ed il piccolo allievo dotato di un talento innato che sorprende ed affascina: talvolta i nani possono diventare giganti. Sorvolando le implicazioni politiche, "Fahim - Qualcosa di meraviglioso", è un film godibile e generoso, è un inno alla lotta per la sopravvivenza, a non perdere mai la speranza che qualcosa possa succedere perché la favola si avveri, una semplice favola che permetta di capovolgere l'impossibile, grazie anche al gioco degli scacchi, violento, come dice Sylvain, perché due menti sono in lotta. Il rigore è chiamato in causa, il rigore delle regole pedagogiche degli scacchi, della positività dello spirito di gruppo, del rispetto reciproco in una situazione di competizione. Lunghi piani sequenza sulle bellezze parigine rendono più accettabile la durezza di questa storia vera, in cui l'esilio e la perdita delle proprie certezze vengono praticamente affidate al maestro Sylvain, un encomiabile Gerard Depardieu che calza la maschera del duro maître di scacchi, incredulo dell'abilità geniale del suo piccolo allievo. Ed il burbero Sylvain, con la sua considerevole mole non rinuncia a costruire con pugno di ferro quel piccolo genio, è la sua scommessa, una continuità con la vita che forse credeva non potesse regalargli più nulla, invece la speranza è l'ultima a morire, come recita il proverbio, sempre.
(La recensione del film "
Qualcosa di meraviglioso" è di
Rosalinda Gaudiano)
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