di R. Gaudiaono
[
Predestination recensione] - Un agente che viaggia nel tempo (Ethan Hawke) è al suo ultimo incarico e deve catturare un pericoloso criminale, l'unico ad essergli sfuggito, responsabile di un attentato compiuto nel 1975, che si rivelò una vera e propria strage. Il misterioso dinamitardo, detto "Fizzle Bomber" è in un tempo passato e quindi l'agente, per poterlo neutralizzare, dovrà muoversi lungo un intervallo temporale che intercorre tra il 1945 ed il 1993. Nel 1978 l'agente fa il barista in un locale, ed un giorno fa conoscenza con un uomo, John (Sarah Snook) conosciuto come "la Madre nubile", che si confida con lui e gli racconta una storia, la sua, sicuramente incredibile. La storia si rivelerà la trama che collega l'intera ed intrigatissima esistenza di entrambi i protagonisti. Tratto dal racconto di fantascienza "Tutti voi zombi" di Robert Heinlem, che offre senza dubbio delle idee intriganti sui viaggi spazio-temporali, "Predestination" è l'ultimo lavoro di regia e sceneggiatura dei gemelli Peter e Michael Spierig. I due cineasti non si lasciano sfuggire l'occasione di raccontare sul grande schermo una storia sottilmente fantastica con un protagonista affascinante, il tempo. Il racconto viaggia su un zigzagare di eventi a dir poco ingarbugliati tra loro, il che rende spesso laborioso tener sempre presente il senso della trama. Senza dubbio i due registi Spierig hanno voluto ancora una volta dimostrare la forza del Cinema che può conquistare con il suo magnetismo la fantasia di un pubblico che si lascia ipnotizzare affidandosi ad un racconto che sembra semplice, ma che si rivela, lungo l'iter narrativo, dannatamente complesso. I viaggi nel tempo non sono nuovi come soggetto filmico, ed anche in "Predestination" il tempo è l'elemento che serve a recuperare non solo un fatto accaduto, ma anche a ricostruire le stesse esistenze dei due protagonisti che nel continuo dialogo acquistano finalmente coscienza di se stessi. La costruzione minuziosa e scientifica di una logica-razionale che anima immagini spazio-temporali, spesso squarcia e destabilizza quel filo conduttore a cui lo spettatore fa riferimento per non perdersi lungo il racconto. Niente è scontato e nulla è prevedibile. Il finale è veramente la trama che connette. La fotografia patinata di Ben Nott riesce molto bene a combinarsi con le tecniche di ripresa garantendo il concretizzarsi dell'idea della regia e della sceneggiatura, in un contributo non indifferente nella riuscita dell'interezza del lavoro. "Predestination" avrebbe raggiuto la perfezione, addirittura travalicando il genere fantascientifico sforando con arguzia in un noir-psicologico se l'azione avesse prevalso rispetto ai lunghi e, a volte, noiosi dialoghi che appesantiscono soprattutto la prima parte del lavoro. Resta comunque un film coerente per la sceneggiatura e la regia che rispettano lo sviluppo dell'intera storia.
(La recensione del film "
Predestination" è di
Rosalinda Gaudiano)
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