La recensione del film Piuma

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PIUMA - RECENSIONE

Piuma recensione
Recensione

di Elisa Torsiello
[Piuma recensione] - Prendete una coppia di giovani fidanzati diciottenni. Prendete una gravidanza inattesa. Mescolateli bene, aggiungendovi con cautela una famiglia benestante e impreparata a tale notizia. Infine, incorporate un umorismo sagace nella migliore tradizione toscana, e quello che otterrete la perfetta ricetta per una commedia leggera, fresca e a giusti dose simpatica come Piuma. Roan Johnson, dopo i Primi della lista e Fino a qui tutto bene, porta sullo schermo quella da lui stesso definita come la sua "opera più matura" e lo fa scegliendo di trattare un argomento a lui molto caro come la difficoltà di divenire genitore. Oltre alla gravidanza, Ferro e Cate devono affrontare un altro ostacolo, altrettanto irto e pieno di difficoltà: l'esame di maturità. Il viaggio in Spagna e Marocco da fare con gli amici, quello no; è stato già messo da parte. Come se tutto ciò non fosse abbastanza, i due ragazzi si ritrovano a condividere la casa con i genitori di lui, con un padre che vorrebbe lasciare Roma e tornarsene in Toscana e una madre più disponibile a fare la nonna. Insomma, di base ci sono tutti i presupposti per non portare avanti la gravidanza. Ma Cate e Ferro decidono di andare avanti e, come tante paperelle, nuotare nel mare delle responsabilità. Roan Johnson poteva giocare facile, sfruttando il lato più drammatico della storia, ambientandola magari in una periferia degradata. Il regista pisano, invece, mette al mondo un universo diegetico dove i ragazzi ostentano una maturità quasi irreale al giorno d'oggi, mentre specularmente, i grandi si addossano una paura dell'ignoto che li rende dei nuovi giovani. Forse privata di quel sarcasmo pungente, capace di far pensare e colpire lo spettatore solo attraverso lo strappo di una risata di Fino a qui tutto bene, Piuma si dimostra comunque un ottimo prodotto, perfettamente in linea ai canoni della commedia all'italiana i un tempo. Eppure… c'è sempre un eppure. Il fin troppo caricato timore che prende alla sprovvista i genitori di Ferro, porta l'opera a prendere i tratti di un'opera dell'assurdo, e dai forti richiami al Muccino di un tempo (si pensi alle scene urlate a cena, forse ignara citazione dell'Ultimo Bacio). La storia si pone così sempre sul limite che separa il comico dal ridicolo, riuscendo comunque a barcamenarsi su questa linea di confine e sporgendosi maggiormente sulla risata sincera e onesta, piuttosto che quella nata dall'assurdità di un momento. A fare da colonna portante a Piuma, oltre a una sceneggiatura ben lineare e mai banale, vi è anche la congiunzione di una serie di performance attoriali davvero eccellenti, a cui fa capo quella della giovanissima Blu Yoshimi. Ancora acerba quella di Luigi Fedele, ma non per questo meno convincete di quella di suoi colleghi ben più navigati. A stretto contatto tra sogni adolescenziali e paura del futuro, (soprattutto se di mezzo vi è la nascita di un figlio) Roan Johnson riesce a trasmettere al proprio spettatore un senso di fiducia e fresca magia, infondendo quella stessa positività e leggerezza tipica degli adolescenti. Piuma, dunque, non è solo il nome della piccola in arrivo, ma è anche il significato stesso insito nel film. Quello di vivere la vita con spensieratezza e spontaneità, così da poter toccare con mano i nostri sogni volando leggeri. Come una piuma. (La recensione del film "Piuma" è di Elisa Torsiello)
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