La recensione del film Peter Gabriel Back to Front

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PETER GABRIEL BACK TO FRONT - RECENSIONE

Peter Gabriel Back to Front recensione
Recensione

di Clara Gipponi
[Peter Gabriel Back to Front recensione] - Chi non l'ha mai visto dal vivo o chi è stato inondato da tutta quell'energia durante uno dei suoi concerti, potrà godere di un incontro ravvicinato con Peter Gabriel per ben 90 minuti. Torniamo all'ottobre del 2013, siamo con la folla che ha potuto celebrare con questo artista i 25 anni dell'uscita di "So", ma grazie alla regia di Hamish Hamilton, non ci perdiamo proprio nulla: percepiamo ogni singolo accordo, come fossimo a pochi centimetri dal suo pianoforte, catturiamo ogni dettaglio quando lo vediamo volteggiare avvolto nel suo costume nero tra i bracci meccanici delle telecamere. Questo documentario ripropone i brani dell'album, un inedito (che l'artista ha terminato di comporre direttamente sul palco dello 02Arena di Londra) e le interviste a tutti i componenti della performance corale che ha dato anima a Back to front. Dalle parole di Gabriel arriva forte e diretta la stima per chi non l'ha accompagnato, ma è stato lo strumento indispensabile dalla prima all'ultima nota: dalle prime sussurrate tra le pareti intime di una sala d'incisione a quelle esplose negli spazi infiniti davanti a folle immense. Tra i musicisti, gli stessi del 1986, c'è un'affinità palpabile, lo capisci dai volti segnati da esaltanti concerti, da prove estenuanti, da scontri e confronti.. e tutto questo li ha portati a far sì che basti un gesto impercettibile ai nostri occhi, un solo cenno per avviare una macchina perfetta. Sul palco una cascata di luci come lucciole d'agosto illumina le loro pulsazioni, i polpastrelli che scorrono con una precisione quasi chirurgica, agili e decisi lungo le corde di chitarra, basso e violino, le mani che percuotono a ritmo incalzate una batteria fino a fondersi col metallo di piatti, charleston e timpani, e s'illumina quel vibrare impetuoso all'altezza della gola che libera una voce quasi commossa quando intona "Biko". Immagini di repertorio sfumano su quelle documentaristiche ed è inevitabile chiedersi: reggerà il paragone? Sì, Peter Gabriel cavalca e scavalca qualsiasi confronto. Non c'è nulla di sbiadito nella sua sagoma, perché come negli anni 80 ha saputo reinventarsi lasciando i Genesis, con la stessa vitalità, ancora una volta, si fa interprete poliedrico del suo tempo. Non ci sono ballerini o coreografie variopinte, nulla da recriminare agli show di Gaga e Madonna, ma questo è un altro spettacolo o forse, questo è solo spettacolo. (La recensione del film "Peter Gabriel Back to Front" è di Clara Gipponi)
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