La recensione del film Perfect Day

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PERFECT DAY - RECENSIONE

Perfect Day recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Perfect Day recensione] - Postumi di guerra nella ex Jugoslavia. 1995, "da qualche parte nei Balcani", una combriccola di simpatici buontemponi, appartenenti ad una missione umanitaria internazionale, fa gara di cinismo. A fronte della giovane idealista ed inesperta, qui "al suo primo cadavere", tutti gli altri ostentano sicumera smargiassa di chi ne ha viste così tante nella vita che niente lo può più turbare. Perfect day, di Fernando Leon de Aranoa, già regista del bel I lunedì al sole, è il film del "si rivede". Si rivede infatti Tim Robbins, stralunato e incanutito, si rivede la ex promessa del cinema francese Mélanie Thierry, si rivede per poco un inciccionito Sergi Lopez, si rivede, preceduto dalla pancia, anche Benicio del Toro che si rivede spesso ma ogni volta è come se non lo si rivedesse da chissà quanto. Esilissima la trama, tutta incentrata sulla ricerca di una corda che non si trova, necessaria per estrarre un cadavere da un pozzo, tanto esile che si fatica a comprendere in che modo sia riuscita a coprire un'ora e tre quarti di durata. In mezzo squarci di realtà e siparietti grotteschi, momenti di autentica tragedia e leggera caciara, personaggi caricaturali e situazioni stereotipate al ritmo di accattivanti melodie rock. Va rilevato un uso fin troppo comodo dell'ironia che, sparsa a profusione, consente distacco ed evita impegno vero, facendo però della presunta denuncia, una denuncia comunque spuntata. Di Perfect day resta il lato tragicomico insito nell'ipocrisia, nella velleità, nella pretestuosità delle cosiddette missioni di pace, tra governi locali, risoluzioni dell'onu, ong, organizzazioni non profit, tra la paralizzante burocrazia dei vertici di potere che vanifica qualsiasi sforzo e qualsiasi buona intenzione, e un non trascurabile opportunismo di taluni singoli operatori senz'arte né parte che con la scusa di aiutare il prossimo non fanno che aiutare se stessi a trovare un posto nel mondo. La sequenza finale, come una pietra tombale, rende esplicito, se ce ne fosse ancora bisogno, il tema portante della pellicola, ovvero che le guerre sono senza dubbio stupide ma le missioni di pace lo sono spesso di più. (La recensione del film "Perfect Day" è di Mirko Nottoli)
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