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FILM > RECENSIONI

PER SFORTUNA CHE CI SEI
Recensione
di Elisa Lorenzini
Santa commedia! Ci piace talmente tanto svolazzare sui sentieri del cuore, gioire e affliggerci per i mille e più imprevisti che il cinema frappone tra lui, lei e l'happy end, che ormai ingurgitiamo tutto. Siamo aspiratori di clichè, carta moschicida per emozioni take away. Lo sanno bene a Hollywood, capitale dello spaccio onirico. Ma lo sanno ugualmente bene altrove, nelle tante filiali in cui si gioca a personalizzare gli archetipi rosa made in USA. Capita così che, dal gusto molto francese per gli equivoci di coppia, venga fuori questo "Per sfortuna che ci sei" (titolo apparentemente infelice, ma senz'altro in tema col film), rilettura tra il blasè e il flambè della tradizione romantica hollywoodiana. Trama scondita: lui è bravo ad aiutare coppie in crisi ma è affetto da una iella cronica che colpisce le donne di cui si innamora; lei è una donna in carriera abbonata al cuore infranto. Si incontrano, si piacciono, si incasinano a vicenda, si amano. Il quid che salva il plateau dall'insipienza è il mix di luoghi comuni e di luoghi specifici: stilemi, lessico e situazioni-tipo da dizionario rosa, conditi con l'ironia stralunata e sottile del cinema à la français. Il film di Nicolas Cuche si assesta su un punto intermedio tra la risata grassa e lo zucchero a velo, filtrando a dovere gli eccessi di idiozia e di iperglicemia. Con leggerezza tutta francese, questa commediola agrodolce si ritaglia il suo momento di dignità, ma non ambisce a stravolgere il genere in cui sguazza. Senza infamia e senza lode, direbbe qualcuno per semplificare.


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