La recensione del film Ore 15:17 Attacco al treno

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

ORE 15:17 ATTACCO AL TRENO - RECENSIONE

Ore 15:17 Attacco al treno recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Ore 15:17 Attacco al treno recensione] - La storia di tre falliti che da bambini giocavano alla guerra e da grandi diventano tre pseudo eroi per aver sventato un attentato terroristico sul treno Amsterdam-Parigi delle 15 e 17. Con tutto il bene che vogliamo a Clint Eastwood quando si accosta ai temi della guerra, del militarismo, del patriottismo, del valore e del coraggio, da Gunny passando per American sniper diventa pessimo, lasciando emergere la sua indole più becera, reazionaria e fascistoide. Con Ore 15,17: attacco al treno tocca però il fondo. Intorno ad un evento casuale, fortunoso e drammatico, della durata di pochi, caotici, minuti, che ricostruisce e gira tra l'altro malissimo, Eastwood ci imbastisce una sceneggiatura che, senza motivo, ci fa ripercorrere le esistenze dei tre protagonisti partendo dalla loro infanzia, quando in tuta mimetica, con pistole giocattolo in pugno, sognavano di andare in guerra per "portare la pace", parole testuali, perché il nonno di uno di loro aveva fatto la seconda guerra mondiale (pensa che culo!), passando per le difficoltà di trovare ognuno il proprio posto nel mondo, e condurci infine lungo una stucchevole vacanza in Europa, a farsi selfie nelle capitali, tra cui anche Roma, percorsa al ritmo di Volare suonata alla fisarmonica, parentesi che precede l'evento fatale che Eastwood cerca di confezionare, con poca convinzione, come fosse un appuntamento con un destino inevitabile che ha congiurato affinché le traiettorie esistenziali dei tre convergessero in quel punto, in quel momento. Vicenda improbabile che nella retorica eastwoodiana vuole farsi celebrazione del coraggio, del sacrificio, del senso di giustizia e di tutti i grandi principi su cui si fonda la nazione a stelle e strisce ma che incautamente finisce per confondersi con un tributo all' incoscienza, all' ottusità, ad una gran botta di fortuna. E' la linea sottile che separa un eroe da un coglione quella che Eastwood non riesce cogliere, indugiando al contrario in stereotipi e sottolineature marchiane. In Ore 15,17 attacco al treno il vecchio Clint trova l'unico colpo di genio nel far interpretare i tre protagonisti ai tre personaggi reali nel ruolo di loro stessi, scelta azzardata se non fosse che i tre non attori, forti di una faccia sufficientemente da zucconi americani, se la cavano egregiamente. Finale con immagini di repertorio grazie alle quali ascoltiamo il discorso originale di Francois Hollande e assistiamo alla passerella dei tre amici per le strade di Sacramento tra la folla adorante, tutti e tre addobbati a festa con la sfilza di medaglie che le istituzioni hanno loro attribuito e che ha permesso ad uno dei tre di partecipare come concorrente a Ballando con le stelle. L'America è la terra delle opportunità del resto. In piena epoca Trump, in un momento in cui spirano venti xenofobi e gente se ne va in giro per le strade sparando agli immigrati, un film di cui avremmo fatto volentieri a meno. (La recensione del film "Ore 15:17 Attacco al treno" è di Mirko Nottoli)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Ore 15:17 Attacco al treno":




Torna ai contenuti | Torna al menu