La recensione del film Oltre la notte

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OLTRE LA NOTTE - RECENSIONE

Oltre la notte recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Oltre la notte recensione] - Inizio al fulmicotone. Carcere, matrimonio, famiglia felice e poi bum, esplode una bomba e l'incubo può cominciare. Oltre la notte di Fatih Akin parte come un film di impegno sociale e politico fortemente legato all'attualità (gli immigrati, l'odio xenofobo, la germania razzista), prosegue come tragedia famigliare sul dolore della perdita e l'elaborazione del lutto, si trasforma nel classico legal thriller con lo svolgersi del processo nell'aula di tribunale con arringhe interrogatori e prove più o meno schiaccianti, per diventare alla fine il remake del remake de Il Giustiziere della notte (come se non ne avessimo avuto abbastanza di quello recentissimo con l'imbolsito Bruce Willis). Difficile interpretare quale sia il messaggio ultimo che la pellicola intende veicolare. Un monito contro i pericoli di recrudescenze neo naziste che negli ultimi anni in Germania hanno fatto ben 10 vittime in diversi attentati dinamitardi (proprio mentre in Italia si sostiene che il dibattito su un possibile ritorno di istanze fasciste sia alquanto anacronistico) ? Un racconto sull'impossibilità di superare e sopravvivere ad un dolore di siffatta portata? Una denuncia su una non comprovata fallacità della legge, collusa con i poteri loschi quando è in cattiva fede o comunque impossibilitata a perseguire la giustizia nel migliore dei casi? Fatih Akin continua a focalizzarsi sulla comunità turca in germania ma stavolta dimentica a casa la leggerezza che caratterizzava i suoi lavori precedenti, anche all'interno di contesti conflittuali, vedi la sposa turca, a favore di un racconto greve e pessimistico chiuso in se stesso, segnato da un andamento altalenante e da svariati passaggi verosimilmente improbabili: improbabile il processo (le impronte digitali degli imputati sull'arma del delitto non basta? Il fatto che a denunciarli sia addirittura il padre di uno di loro non basta?), improbabile la sentenza (nel garage poteva entrare chiunque, e allora?!?), improbabile l'idea della vendetta e ancora più improbabile e bislacca la sua attuazione (la bomba assemblata seguendo un tutorial on line). Ma il vero problema di Oltre la notte è la sua chiusura autarchica: non prevede discussioni, non apre a riflessioni, non insinua dubbi. Tutto è bianco o nero, tutto è giusto o sbagliato. I cattivi si rifanno al male assoluto per cui anche qualsiasi più che remota motivazione al male non è nemmeno contemplata. E se un film del genere non induce al ragionamento allora fatichiamo davvero a comprenderne il senso. Giustissimo premio a Cannes per la miglior interpretazione femminile a Diane Kruger che a più di dieci anni di distanza sconta ancora la pena di aver fatto Troy. (La recensione del film "Oltre la notte" è di Mirko Nottoli)
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