La recensione del film Nureyev The White Crow

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NUREYEV THE WHITE CROW - RECENSIONE

Nureyev The White Crow recensione
Recensione

di Martina Farci
[Nureyev The White Crow recensione] - Se oggi esiste Roberto Bolle, lo si deve soprattutto a Rudolf Nureyev. Considerato uno dei più grandi ballerini della storia, ha cambiato il modo di vedere la danza, unendo alla tecnica anche una "parte" prevalentemente artistica e interpretativa, uscendo così dai canoni della pura e semplice esecuzione di una coreografia. Il film si basa sul romanzo biografico di Julie Kavanagh e racconta la storia di Nureyev dalla sua infanzia difficile a Ufa agli inizi della danza, passando per gli studi a Leningrado e al trasferimento, a soli 22 anni, nella rinomata Kirov Ballet Company, con la quale andrà a Parigi nel 1961, suo primo viaggio al di fuori dell'Unione Sovietica. Un viaggio che cambierà totalmente la sua vita e il suo rapporto con il mondo della danza. Nureyev – The White Crow segna la terza prova registica di Ralph Fiennes – dopo Coriolanus e The Invisible Woman – e lo fa con un film toccante e significativo seguendo le tappe fondamentali che hanno fatto conoscere al mondo intero l'immenso talento del ballerino russo, supportato anche da un Oleg Ivenko che veste benissimo i panni dell'artista. Perché non si vuole solo raccontare la storia di un ragazzo che con dedizione ha raggiunto il successo, ma anche con quali sacrifici ha coronato il proprio sogno, senza temere le conseguenze di un Paese che voleva privarlo della sua libertà e continuando a guardare dritto per la sua strada. E questo mix di genio e sregolatezza – che è comune nei grandi artisti della storia – gli ha permesso di calcare palcoscenici unici, pur non rispettando sempre le regole e la disciplina. Ma la danza è soprattutto magia, incanto, tecnica e interpretazione e Rudolf Nureyev le incarnava tutte, superando quei limiti che sembravano impossibili e regalando performance indimenticabili a milioni di spettatori in tutto il mondo. Così il regista, che interpreta anche il coreografo Pushink, ci restituisce la figura di un giovane e timido ragazzo che è diventato in poco tempo un ballerino che ha rivoluzionato la danza maschile e che con la sua grazia ha incantato generazioni su generazioni e che ancora adesso si prende come esempio sia per le coreografie sia per la performance eseguite. Ma soprattutto si parla di una persona che ha saputo superare le barriere e i confini per realizzare i propri sogni, e che nessuna regola infranta poteva valere un solo minuto di una sua esibizione. (La recensione del film "Nureyev The White Crow" è di Martina Farci)
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