La recensione del film Nottetempo

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NOTTETEMPO - RECENSIONE

Nottetempo recensione
Recensione

di Clara Gipponi
[Nottetempo recensione] - La brezza di Nottetempo filtra dagli infissi usurati delle finestre dei colossal americani e ci ricorda che le piccole produzioni indipendenti alimentano il cinema con nuovo ossigeno. È notte. Una corriera scivola veloce sull'asfalto. A bordo troviamo Assia (Nina Torresi), appoggiata al finestrino, con gli occhi grandi di una bambina, sembra perdersi nella condensa dei suoi sogni che goccia dopo goccia la separano dalla vita reale. Il manto di quella notte avvolge anche Matteo (Giorgio Pasotti), poliziotto intransigente con uno spiccato senso del dovere. Di turno, sul ciglio della strada, è pronto a fermare chiunque oltrepassi, anche di soli pochi punti, la soglia di velocità consentita dalla legge. Peccato che il rigore sul lavoro non sia pari nel suo privato dove non sa andare oltre i limiti di un egoismo algido e imperscrutabile, dove si arroga il diritto di non dare spiegazioni in nome della libertà. Altrove, le luci di un cabaret illuminano il volto stanco e sudato di Enrico (Gianfelice Imparato), un comico sul viale del tramonto che, insieme alle battute, tenta di riciclare anche se stesso. Questi personaggi hanno negli occhi strane scintille, piccole e lucide follie ordinarie che se si accendono sono pronte a far divampare fuochi imprevedibili. Ed ecco l'evento che le scatena: la corriera esce di strada e prima di esplodere lascerà a Matteo solo il tempo necessario per salvare un solo passeggero: Assia. Da quel momento le tre vite dei protagonisti si legano l'una all'altra. Sono micce accese, il fuoco brucia a velocità diverse, ma prima o poi raggiungerà l'esplosivo. Il film è ben diretto, anche nella scelta delle musiche con un ritmo incalzante che sembra scandire i battiti cardiaci, Nottetempo ti tiene incollato. Non capisci bene come si intersecheranno le tre vicende, ma sai che l'uno sta attraversando il percorso dell'altro. Matteo, Enrico e Assia iniziano a correre: chi vuole riconquistare la compagna e il figlio abbandonati nove anni prima, chi vuole dare corpo a un amore solo immaginato e chi in nome dell'amore perduto arde di vendetta. Forse, la felicità cui tanto anelano nella loro disperata corsa non esiste di per sé, non la possono raggiungere correndo soli. Forse, si salva solo chi vive senza scappare, chi rincorre per tempo quello per cui vale la pena tirare il fiato e sentire il vento tra i capelli. Non c'è salvezza per tutti. Non c'è (per tutti) un terzo tempo. (La recensione del film "Nottetempo" è di Clara Gipponi)
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