di R. Gaudiano
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Non dimenticarmi recensione] - Tom (Moon Shavit) è una giovane donna anoressica e per questo è ospite in una clinica psichiatrica per disturbi alimentari. Il suo rapporto con il cibo è ossessivo, tanto che il giorno in cui le ritorna il ciclo pensa che essendo in via di guarigione recupererà quei brutti ed antiestetici chili di troppo. Neil (Nitai Gvirtz)è un musicista, suonatore di tuba, con alternanti problemi psichiatrici ed importanti difficoltà di comunicazione. Tom e Neil s'incontrano un giorno per caso proprio nella clinica che ospita Tom. E' Tom, con impudenza, a forzare la mano in un approccio d'intesa, è lei che coglie un'occasione unica d'evasione e Neil non fa altro che seguirla. La segue in un rapporto sessuale frettoloso e la segue quando Tom apre le ante di una finestra e lo invita a fuggire insieme. Il frastuono della città accoglie i due fuggiaschi. Tom bussa alla porta di casa dei suoi genitori. Lei e Neil si fermano a cena, ma l'approccio con la famiglia è fallimentare. Inquietudine, astio e profondo narcisismo nutrono il clima della cena, dal quale Tom e Neil prendono le debite distanze rifugiandosi nella libertà cittadina, senza compromessi, liberi di decidere di loro stessi vagando per le strade piene di gente. "Non dimenticarmi" , diretto dall'israeliano Ram Nehari alla sua prima esperienza di lungometraggio, è un affresco spiazzante su come persone affette da stati psichiatrici di varia natura nutrano aspettative, emozioni ed anche progetti di vita. La follia allontana chi ne è colpito dal mondo reale, ma in questo caso Tom e Neil, pur lontani anni luce l'uno dall'altra, sono uniti dalla forza incontrollata dell'evasione come proiezione di una libertà cullata da una folle illusione di realizzarsi come persone. S'innamorano? Nel cinismo di Tom e nell'arrendevolezza catartica di Neil c'è solo il rifiuto incondizionato delle rispettive opprimenti famiglie, ossessivamente vegana quella di Tom e sionista quella di Neil. Intanto si giurano amore, fanno progetti, cercano la chiave per uscire dalle soggettive reclusioni mentali, fissandole in inconsistenti possibilità di una vita in comune, sino ad arrivare ad una struggente promessa di matrimonio, in cui tutto deve essere doverosamente bianco, anche il cibo. Lo stile realista di Ram Nehari mette in scena la malinconia esaltata della follia nel suo struggente disagio esistenziale, reso ancor più acuto nella spersonalizzazione dai luoghi di cura per disturbi psichiatrici, e dalla sottesa e spesso irriverente ipocrisia delle famiglie, come nel caso di Tom. Ram Nehari definisce il suo film, come una commedia distorta, romanticamente dark. Al contrario del regista penso che "Non dimenticarmi", non faccia ridere. Forse solo sorridere acremente. Un progetto ardito del regista israeliano, che colloca sul palcoscenico cinematografico persone sconnesse con la vita reale e così cristallizza lo smarrimento, il disordine emotivo di chi è ingabbiato in processi mentali distorti ed opprimenti, da cui comunque cerca un segnale di dolcezza e spaurita sensuale speranza per una legittima via di fuga. Per tutto questo "Don't forget me " è un piccolo straordinario gioiello di cinema d'autore premiato al 35° Torino Film Festival come Miglior Film con Moon Shavit e Nitai Gvirtz migliori attori protagonisti.
(La recensione del film "
Non dimenticarmi" è di
Rosalinda Gaudiano)
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