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Non ci resta che il crimine recensione] - In un universo che si muove tra richiami e citazioni anni 80, Non ci resta che piangere e Ritorno al futuro, banda della magliana e mondiali di calcio c'è da aspettarsi davvero di tutto. ?Questa è la situazione che si ritrovano a vivere tre amici di vecchia data Moreno, Sebastiano e Giuseppe (rispettivamente Marco Giallini, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi) che nell'organizzare un improbabile tour nei luoghi simbolo della banda della magliana per racimolare qualche euro si ritrovano in un tunnel spazio temporale che li porta davvero in quei giorni.
Moreno, il trascinatore, che crede sempre di aver trovato il modo di fare soldi ma che alla fine non ce la fa mai, non ha il minimo dubbio: bisogna restare il più possibile per guadagnare e solo quando si saranno davvero arricchiti potranno far ritorno al futuro. Sebastiano e Giuseppe non sono così d'accordo ma alla fine cedono anche loro, d'altronde sembra un piano infallibile.
Sul loro cammino però si presenta Renatino (Edoardo Leo) il famigerato boss della magliana che di certo non ha voglia di far sconti proprio a loro, un trio tanto strano quanto affascinante.
In un'atmosfera che diventa ad un tratto più scura e dai toni potenzialmente seri e pericolosi gli sceneggiatori e il regista Massimiliano Bruno sono molto bravi a tenere sempre alto l'humor e la commedia senza scadere mai nel banale, giocando con richiami agli anni 80 e con i grandi talenti della recitazione a loro disposizione. Primi tra tutti Alessandro Gassman e Edoardo Leo che troviamo in questo lungometraggio in vesti completamente diverse rispetto a quelle in cui siamo soliti incontrarli: Alessandro Gassman riesce a pieno nella figura del sempliciotto succube della sua vita e di quello che suo malgrado gli succede intorno; al contrario Edoardo Leo si getta a capofitto in un ruolo da super cattivo, quello di Renatino De Pedis. Proprio il ruolo di quest'ultimo sembra la chiave per poter in un certo senso sdrammatizzare il tutto: la sua dose di spietata cattiveria, gli scatti d'ira e la pistola sempre a portata di mano contrastano in pieno con l'imbranataggine dei tre amici che sembrano non aver capito bene il contesto in cui si sono trovati a vivere.
In un crescendo di situazioni paradossali, intrecci tra passato presente e futuro, goal di Paolo Rossi e pallottole volanti che però restano sempre un po' in disparte ci troviamo davanti ad una commedia divertente e sicuramente ben scritta e ben studiata con un finale che lascia aperte mille strade e chissà che, come in Ritorno al Futuro, non ci ritroveremo presto a seguire altri strani viaggi…
(La recensione del film "
Non ci resta che il crimine" è di
Rachele Di Paolo)
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