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No recensione] - "No" indica abitualmente una negazione, ma, un "No" racchiuso da un fulgido arcobaleno rappresenta esperienza di vissuti individuali che si fondono con il collettivo in una grande forza simbolica universale. "No" è il quarto film del regista Pablo Larrain, nato a Santiago del Cile, fondatore di Fabula, una società che si occupa di produrre progetti cinematografici, televisivi e pubblicitari. "No" rappresenta un cerchio che si chiude sulla questione dittatoriale cilena. Il terzo film di Larrain, "Post Mortem", parla dell'origine della dittatura cilena, "Tony Manero", secondo film del cineasta, ne affronta il momento più violento e "No" chiude quegli anni bui del Cile governato dal dittatore militare Pinochet. La popolazione cilena nel 1998 dovrà decidere con un referendum, indetto dallo stesso Pinochet sotto la spinta internazionale, se confermare la dittatura del generale in carica per altri otto anni. Il popolo cileno di allora fece indigestione di messaggi pubblicitari sfornati durante la campagna elettorale. L'impiego della manipolazione psicologica fu vitale per i cittadini che votando "Si" avrebbero confermato Pinochet e con il "No" lo avrebbero detronizzato. In quel clima rovente, i leader dell'opposizione convinsero Renè Saavedra (Gael Garcia Bernal), un giovane e promettente pubblicitario a condurre la campagna per il No. Con pochissimi mezzi a disposizione, e sotto il costante controllo del dittatore, Saavedra ed il suo team confezionarono un progetto ambizioso che puntava a tutto tondo su un messaggio positivo, ossia un No per garantire diritti, libertà e democrazia. Una tecnica pubblicitaria psicologica che ebbe grande fortuna e portò il popolo cileno verso la liberazione definitiva . "No" è un film degno del suo regista. Essenziale, autentico, mira diritto al punto focale del racconto. Tra situazioni sibilline di confronti politici, scontri tra dimostranti e forze dell'ordine, la storia conquista per aver saputo costruire e compattare simboli e messaggi funzionali alla vittoria per la libertà del popolo cileno. Il messaggio è studiato a regola d'arte e perché lo spettatore fruisca di quell'immaginario autentico dell'epoca, Pablo Larrain ha utilizzato le macchine da presa Ikegami degli anni ottanta, creando una perfetta combinazione temporale e spaziale. Il voto è un diritto, e… un dovere. Il voto può cambiare le cose, in bene, ma anche in peggio. Qualche volta, nella storia dell'umanità, i popoli arrivano ad una maturità consapevole di democrazia e libertà, usando il voto come espressione di vero cambiamento positivo.
(La recensione del film "
No" è di
Rosalinda Gaudiano)
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